Nella caserma della stazione dei carabinieri di Riese Pio X, Nicola Scapinello è sembrato sotto shock e a tratti rabbioso dopo il femminicidio: ha perso la moglie e il figlio che portava in grembo e dovrà trovare le parole per informare il figlio di 4 anni

Rabbia, dolore, sgomento: tutta Riese Pio X scende in piazza dinanzi all’ennesimo caso di femminicidio che ha colpito l’Italia in queste ore; Nicola Scapinello non prende pace, è stato in caserma a lungo. Vanessa Ballan era mamma di un bimbo di 4 anni e ne portava in grembo un altro. La tragedia sembra aver risvegliato gli istinti più “brutali” tra i cittadini del paese in provincia di Treviso, che non può tollerare un orrore simile, non accetta la tragedia e scende in piazza per manifestare non solo il proprio dissenso, ma il desiderio di una “giustizia fai da te”. La famiglia di Scapinello, il ragazzo vedovo, non riesce a realizzare quanto accaduto, alla luce soprattutto della denuncia per stalking verso l’aggressore, l’omicida, l’ex di Vanessa, Bujar Fandaj, un uomo di 41 anni di origine kosovara.

Nicola, sei ore in caserma: cosa ha detto?

Quando ieri mattina è rientrato in casa alle ore 12, Nicola si è ritrovato davanti l’orrore: la moglie era già morta, con la mano tremante ha allertato il 112, poi si è assentato anima e corpo. Shock, sconforto, rabbia, incredulità: è riuscito giusto a pronunciare quelle poche parole che hanno permesso ai carabinieri di capire quali tracce percorrere. Ovvero, ha informato gli agenti della denuncia di fine ottobre, che in un primo momento sembrava aver “sedato” in parte la smania di ‘vendetta’ del folle killer.

Inizialmente non è stato immediato il processo di identificazione del responsabile, individuato in lui in prima battuta, proprio il vedovo Nicola. “Non può essere stato lui – ha detto un parente alle forze dell’ordine -, non farebbe male a una mosca. E, soprattutto, non farebbe mai male all’amore della sua vita”. Non solo: Nicola “era anche lui vittima”.

Vittima di quelle persecuzioni, minacce, di quel fiato sul collo che aveva la moglie, continuamente. Nicola avrebbe poi pronunciato la parola “linciaggio”, quindi sarebbe stato “esortato” a sentire un avvocato e farsi consigliare sul ‘come’ procedere. Ma c’è voglia di vendetta: “Spero lo prendano e che lo prendano presto”. Parole alle quali hanno fatto eco quelle dei cittadini, “in rivolta” contro l’ennesimo orrore, contro l’ennesimo responsabile di tanto dolore e di altrettante lacrime versate.

Durante le ricerche, Nicola è stato tenuto all’oscuro di tutto fino alle 18.30, quando era interrogato dai carabinieri della stazione di Riese Pio X. Al momento dell’uscita dalla caserma, è entrato in auto senza proferire parola e senza rivolgere lo sguardo a nessuno dei presenti, a testa bassa. La casa in cui ha vissuto fino a poche ore prima con la sua famiglia al completo, al momento è sotto sequesto dagli inquirenti. L’uomo riceverà un supporto psicologico anche per mettere al corrente di quanto accaduto l’altro figlio di 4 anni.

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