L’uomo, Diego Feltrin, 44 anni, dovrà rispondere davanti al giudice: aveva fatto mangiare al piccolo un piatto di pasta mescolato ad hashish per farlo dormire

Nicolò morto a 2 anni per overdose, il padre lo aveva drogato. La prima udienza sul caso della morte di Nicolò Feltrin, il bambino di due anni di Codissago, si è conclusa con un rinvio “tecnico” presso il Tribunale di Belluno. Il piccolo è deceduto il 28 luglio 2022 a causa di un’overdose, secondo quanto riportato da Oliva Bonetti su Il Gazzettino.

Il padre del bambino, Diego Feltrin, 44 anni, è difeso dall’avvocato Massimiliano Xaiz ed è accusato di omicidio colposo, spaccio di droga al minore e morte come conseguenza di altro reato. Questi capi d’accusa potrebbero portarlo di fronte al Tribunale collegiale.

Nicolò morto a 2 anni per overdose, il padre lo aveva drogato: i prossimi appuntamenti del processo

Il prossimo appuntamento davanti al giudice Enrica Marson è fissato per l’11 gennaio per valutare possibili riti alternativi. La difesa, guidata dall’avvocato Xaiz, sta lavorando intensamente per ottenere uno sconto di pena e sta considerando, oltre all’abbreviato, la possibilità di un patteggiamento. Queste settimane saranno cruciali per definire la condanna, con incontri con il pm Simone Marcon, sostituto procuratore, e la dottoressa Roberta Gallego.

L’accusa sostiene che la morte di Nicolò sia avvenuta per “intossicazione acuta da sostanza ad azione psicotropa a seguito di indigestione di hashish”. Secondo la Procura, il padre avrebbe somministrato la droga al bambino mescolandola nel cibo, presumibilmente con l’intento di tranquillizzarlo e farlo addormentare.

Nicolò morto a 2 anni per overdose, il padre lo aveva drogato per farlo addormentare

La difesa si concentra sull’aspetto più difficile da provare: lo spaccio. Se questa accusa crolla, cade anche l’accusa della morte come conseguenza. Il fulcro dell’accusa rimane l’omicidio colposo, derivante dalla presunta disattenzione e negligenza del padre nel lasciare la droga incustodita a portata del figlioletto.

La consulenza medica eseguita dal dottor Antonello Cirnelli di Portogruaro, in collaborazione con la tossicologa di Medicina Legale di Padova, dottoressa Donata Favretto, ha rivelato che il bambino era stato cronicamente esposto a diverse droghe. Nel suo corpo sono state trovate non solo elevate dosi letali di hashish, ma anche tracce di cocaina, eroina e metadone. Si ipotizza che la droga fosse mescolata nel cibo del bambino, e ciò è emerso durante la perquisizione della casa.

La madre, sebbene non indagata, è identificata come parte offesa insieme ai nonni materni. Nessuno si è costituito parte civile, un dettaglio che potrebbe semplificare un eventuale patteggiamento. Il caso continua a suscitare forte interesse e attenzione, con il prossimo capitolo che si aprirà il 11 gennaio davanti al giudice Marson.

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