Una storia che destò sgomento e dolore in tutta Italia, l’ennesimo incidente sul lavoro costato la vita a un giovane. Ma sono emerse novità
Alina stritolata da un macchinario in fabbrica, tutte le novità. Il 14 novembre scorso nella fabbrica per l’imballaggio e la commercializzazione di surgelati a Pieve di Soligo l’operaia trevigiana Anila Grishaj, 26 anni, ha perso la vita in un incidente sul lavoro. Una storia che destò sgomento e dolore in tutta Italia, l’ennesimo incidente sul lavoro costato la vita a un giovane. Ma sono emersi nuovi dettagli choccanti.
Le indagini della Procura di Treviso, che ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, hanno individuato come indagati un collega 23enne e sottoposto di Anila Grishaj, il quale stava lavorando sul nuovo macchinario per imballaggi al momento dell’incidente, e il titolare della ditta.
Il tragico episodio ha avuto luogo poco dopo che Anila Grishaj aveva riparato il costoso macchinario, del valore di oltre un milione di euro. Il robot, per ragioni ancora da chiarire, è improvvisamente ripartito colpendo e intrappolando l’operaia, senza darle scampo.
Alina stritolata da un macchinario: cosa dicono le indagini
Le indagini si concentrano su due aspetti cruciali: chi abbia riattivato il macchinario e sulle misure di sicurezza del robot, considerato di ultima generazione e in funzione solo da pochi mesi. La dinamica precisa dell’incidente sarà determinante per comprendere la responsabilità degli indagati.
L’ipotesi attuale suggerisce che il collega 23enne di Anila Grishaj possa aver erroneamente riavviato il macchinario mentre lei si trovava ancora all’interno, dopo averlo sistemato a seguito di un blocco del sistema. Il giovane sostiene, tuttavia, che la stessa Anila Grishaj avrebbe autorizzato la riaccensione del macchinario.
Secondo la sua versione dei fatti, l’imballatrice era andata in blocco, attivando gli allarmi. Il collega aveva chiamato Anila Grishaj per risolvere il problema, e la ragazza era intervenuta all’interno del macchinario, dove pare fosse rimasto incastrato un imballaggio di cartone. È in quel momento che l’incidente si è verificato, con il 23enne che azionava la macchina, causando la tragica morte di Anila Grishaj.
Restano ancora da chiarire molti dettagli, tra cui chi abbia dato l’approvazione per la riaccensione e se le misure di sicurezza del macchinario siano state attivate correttamente, considerando che i sensori evidentemente non hanno rilevato la presenza di una persona all’interno. La perizia in corso sarà fondamentale per comprendere appieno le dinamiche di questo drammatico incidente sul lavoro.