Si teme per l’incolumità del ragazzo: Filippo Turetta potrebbe farsi del male da solo, per questo condivide la cella con un uomo prescelto dai militari di Verona

Si è parlato molto del presunto “angelo custode” che veglierebbe su Filippo Turetta nel carcere Montorio di Verona, compagno di cella del killer di Giulia Cecchettin. Filippo è stato trasferito dalla Germania all’Italia lo scorso sabato 23 novembre. Da allora, è stato prima in isolamento e poi trasferito insieme agli altri detenuti. Condivide la cella con un uomo da qualche giorno. Non è stato scelto casualmente il compagno in carcere: si tratta di una persona piuttosto riflessiva, conosciuta per saggezza ed esperienza. Si ritiene che possa essere un sostegno per il giovane, un mentore, qualcuno su cui fare riferimento. Qualcuno di responsabile in grado di intervenire qualora le cose precipitassero.

E proprio per evitare il peggio, Turetta è stato sprovvisto di moltissimi oggetti, comprese le lenzuola per non ritrovarsi spettatori di altri gesti estremi. Ha a disposizione solo abiti che gli fornisce il carcere, per il resto dovrà attendere l’eventuale passaggio al reparto “protetti” per poter contare sui 26 articoli che chiederebbe ai genitori. Compresi i libri, che al momento utilizza già grazie alla biblioteca interna. Pare che stia leggendo un giallo di Agatha Christie e il romando “La figlia del capitano”, di Pukin.

Chi è l’angelo custode di Filippo, suo compagno in carcere?

Ha tra i 40 e i 50 anni, non è stata specificata la sua identità, ma viene definito con l’appellativo di cui sopra. Un angelo che veglierebbe sul giovane, che lo straderebbe in caso di smarrimento. Che interverrebbe in caso di exploit folli, dei quali ha già dimostrato di esserne ben capace Filippo. Al momento non si sa altro in merito, ma pare che l’uomo sia stato selezionato dalle guardie carcerarie di Verona. Intanto, sull’incontro con i genitori, il primo dopo tre settimane dai fatti, una fonte avrebbe rivelato che il ragazzo si sarebbe sentito confortato nel non percepire di essere completamente solo, nonostante le dichiarazioni non proprio felici dei genitori nei suoi confronti.

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