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Giulia, il papà: “Ripenso all’aggressione, io non c’ero per aiutarla”

Giulia, il papà Ripenso all'aggressione, io non c'ero per aiutarla, l'intervista al Bild

Giulia, il papà Ripenso all'aggressione, io non c'ero per aiutarla, le parole del genitore

Ha seppellito moglie e figlia a distanza di pochi anni: Gino Cecchettin non si toglie dalla testa il momento dell’aggressione a Giulia, “non ero lì per proteggerla”

Non è semplice fare ordine tra i tanti pensieri confusi, soprattutto quando si è reduci da un doppio lutto in così poco tempo: il papà di Giulia non si toglie dalla testa le immagini dell’aggressione a sua figlia. “Ci sono tante Giulia nel mondo e in Italia. Voglio fare qualcosa. Voglio parlare con tutte le persone in Italia, con gli uomini, sono loro il problema”. Queste parole Gino le ha pronunciate al Bild, il noto quotidiano tedesco. Filippo non riesce proprio ad odiarlo, “ma farò tutto perché riceva la giusta pena per quello che ha fatto”. L’uomo lo abbiamo sentito spesso ultimamente, intervistato da tantissimi media che cercano di capire cosa si celi ora dietro l’animo buono di una persona straziata da un lutto che ha toccato l’Italia intera. Si sono tenuti i funerali, nonostante la vicinanza di migliaia di persone, niente sembra in grado di poter ridonargli il sorriso.

Se i Turetta premono per un incontro chiarificatore, Gino chiede tempo. Perché per lui le lancette dell’orologio scorrono in modo differente rispetto a quelle dell’altra famiglia, che vive un dolore diverso. “Giulia era come un fiore per me, con un sentimento d’amore”, proseguendo al Bild. C’è una cosa che non si toglie dalla testa: l’impotenza, l’impossibilità di aver potuto agire tempestivamente per evitare il tragico epilogo. “Quello che mi dà dolore e che le ha fatto male e che non l’ho potuta aiutare. Ho in testa la scena in cui l’ha aggredita e io non ci sono per proteggerla”. Analizzando Filippo, “non è mai stato il tipico macho”, eppure anche lui era “afflitto” dal dramma del narcisismo: “Era un narciso, una persona che deve possedere: tu sei mia o di nessun altro”.

La scoperta dell’assassinio della figlia e la precedente morte della moglie

Poi ha svelato un aneddoto che risale ai giorni della sparizione, quanto tutti credevano che la 22enne fosse ancora viva. “Quando Giulia è sparita, è venuta da me una sua buona amica e mi ha raccontato che nell’ultimo incontro con Filippo si era già accorta che le faceva paura. Era diventato aggressivo, ma solo con le parole”. Pare che Gino avesse chiesto a Giulia di incontrare Filippo solo in presenza di altre persone, temendo che il ragazzo sconfinasse il lume della ragione, come poi è accaduto. I segnali chiari erano quelli in cui parlava di suicidio. Giulia, però, voleva aiutarlo, non comprendendo di essere lei in reale pericolo, più che Filippo.

“Quando il mio migliore amico è venuto a dirmi che era stato trovato il corpo di Giulia, mi sono messo in un angolo e ho pianto come un matto”, ricordando il momento più basso della sua vita. Ha trovato il coraggio e si è detto: “Andiamo, voglio vederla”. Si è messo alla guida della sua auto per “150 chilometri verso le montagne”. Quindi: “Ero sulla scena del crimine, la polizia mi ha portato lì. L’ho vista. Non abbiamo parlato durante il viaggio di ritorno. A casa abbiamo pianto insieme”.

La perdita della moglie è stato un altro momento terribile della sfortunata vita di Gino. “All’epoca pensavo che fosse il momento peggiore della mia vita”. A distanza di anni, purtroppo, ha scoperto che questo mondo riserva tante sorprese anche spiacevoli e sa stupire in negativo come non mai. Ma se l’anno scorso “portavo 100 chili di dolore, ora ne porto 200”, facendo un’iperbole. Concludendo l’intervista al quotidiano tedesco Bild: “Rabbia? Forse quella che dovrei avere si trasforma in forza”.

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