Laura Ziliani fu uccisa la notte del 7 maggio 2021 e ritrovata sulle sponde di un fiume lo scorso 8 agosto. Nella giornata di giovedì 7 dicembre, infine, è arrivata la sentenza della Corte d’Assise di Brescia che ha condannato all’ergastolo le figlie Silvia Zani e Paola Zani, oltre a Mirto Milani, fidanzato della prima, ma legato sentimentalmente anche alla seconda. Secondo gli inquirenti, il movente che avrebbe spinto i 3 a uccidere la donna sarebbe di natura economica: volevano appropriarsi dell’eredità di Laura Ziliani.
La confessione di Mirto Milani
A confessare l’omicidio di Laura Ziliani, uccisa a maggio 2021, è stato Mirto Milani a un compagno di cella. Secondo le parole dell’uomo, che poi ha rivelato tutto anche agli inquirenti, avrebbero prima avvelenato la donna con i farmaci, stringendole un sacchetto al collo, poi, non contenti, l’hanno strangolata a mani nude. “Le abbiamo dato i farmaci, poi le abbiamo messo un sacchetto in testa e lo abbiamo chiuso. Laura non moriva e io e Silvia le abbiano stretto le mani al collo”.
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Le parole della figlia di Laura Zani, uccisa nel 2021
Davanti al giudice, invece, Silvia Zani ha confessato di aver ucciso Laura Ziliani, convinta che a sua volta la donna volesse avvelenarla. “Ci avrei messo la mano sul fuoco – ha dichiarato la condannata -. Ho sempre avuto un buon rapporto, trascorrevamo parecchio tempo insieme. Ma eravamo convinti che nostra madre volesse ucciderci. Eravamo spaventatissimi. Non so perché volesse ucciderci, forse perché ero una rompiscatole o perché volevo gestire gli immobili che abbiamo ereditato dopo la morte di mio padre in modo diverso”. Nonostante tali parole però, la sentenza di primo grado ha confermato le responsabilità del “trio criminale”, che è stato condannato all’ergastolo.