“Mi ha telefonato ma non ho risposto perché stavo lavorando. Chissà se l’aveva già uccisa”, ha dichiarato uno dei fratelli

La rabbia dei parenti di Luigi Leonetti, l’uomo che ieri 28 novembre ha ucciso la moglie Vincenza Angrisano, è al culmine. “Ci ha rovinato la vita. È la nostra vergogna”, dicono, all’indomani del delitto che ha sconvolto la loro famiglia ad Andria. Leonetti, dopo aver ucciso a coltellate la 42enne davanti ai figli, ha telefonato sia al 112 sia ai parenti più stretti. Ha confessato loro subito quanto accaduto.

“Mi ha telefonato ma non ho risposto perché stavo lavorando. Chissà se l’aveva già uccisa”, ha dichiarato uno dei fratelli del 51enne. La preoccupazione principale verte sui bambini piccoli della coppia, che hanno perso in un attimo entrambi i genitori. Sono ora affidati alle cure degli psicologi del centro traumi della Asl Bat.

Leonetti era in casa ad attendere i carabinieri, dopo averli chiamati. Stando a quanto si apprende, ha farfugliato alcune parole e assistito anche ai primi rilievi. Poi i militari lo hanno portato in caserma e sottoposto a fermo per omicidio. Nella casa i carabinieri hanno rinvenuto anche la presunta arma del detto, un coltello sporco di sangue. Ora la scientifica, con accertamenti disposti dalla Procura di Trani, dovrà confermare tale ipotesi.

Luigi Leonetti uccide Vincenza Angrisano, la rabbia dei parenti

La coppia aveva festeggiato i 14 anni di matrimonio l’anno scorso, a settembre. “Buon anniversario a noi che tra mille difficoltà riusciamo sempre a uscirne vittoriosi. Alla meravigliosa famiglia che abbiamo formato e a tante nuove avventure che riusciremo a superare” si legge infatti in un post di auguri sui social. Secondo amici e parenti della donna, negli ultimi tempi vivevano da separati in casa. “Lei voleva cambiare casa. Lui la trattava male” ha raccontato un’amica.

La notizia dell’omicidio di Vincenza Angrisano per mano del marito ha sconvolto la cittadina pugliese. “Il Consiglio comunale che solo pochi giorni addietro ha letto e scandito i nomi delle allora 103 donne uccise per mano di uomini dal primo gennaio 2023, ha dovuto oggi brutalmente apprendere che la nuova, ennesima vittima di femminicidio in Italia è di Andria. Sì, nella nostra Comunità si è consumato il terribile delitto: la quarantunenne travolta dalla furia omicida del marito è una nostra concittadina, ha calpestato le nostre strade, frequentato i nostri luoghi, ha dialogato con noi. I suoi figli sono i nostri bambini, seduti tra i banchi delle nostre scuole cittadine. Un femminicidio ad Andria. Anche ad Andria”, ha affermato il sindaco Giovanna Bruno, aggiungendo: “Una balorda e folle violenza, una inaudita e irreversibile sopraffazione in nome di niente. Non certo dell’amore, del rispetto, no. Non c’è giustificazione alcuna, non ci potrebbe mai essere: solo forte condanna per questo abominevole orrore. Non cerchiamola, non cercatela. Solo condanna. A nome mio personale e di tutta la città di Andria, sconvolta e incredula, ferita e attonita esprimo profondo, immane dolore, stringendo al petto, al mio petto di mamma, quelle fragili, impotenti creature, da quest’oggi orfane della loro mamma”, conclude.

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