Arrestato in Germania, Filippo non ha ancora sentito la sua famiglia, né il legale italiano: intanto il papà scrive a quello di Giulia: “Mio figlio deve pagare”
Sono “drammi diversi”, sostiene Nicola Turetta, papà di Filippo, accusato dell’omicidio di Giulia Cecchettin: il genitore scrive a Gino, il padre della povera vittima 22enne, che solo lo scorso giovedì si sarebbe dovuta laureare, consacrando il proprio successo personale, uno dei probabili moventi che hanno spinto il presunto “narcisista” Filippo a compiere l’estremo inqualificabile gesto.
Come sta Filippo Turetta?
“Sappiamo che Filippo è stato trovato in grande sofferenza – ha detto l’avvocato Compagno – scosso dalla vicenda. Possiamo scervellarci per cercare di capire cosa è passato per la mente di questo ragazzo, ma resta solo il fatto che è stato descritto come un giovane modello, magari insistente nei modi con Giulia ma come lo sono, anche con la messaggistica, i ragazzi di oggi”. Parole che l’Italia non ha accolto benissimo. Intanto ieri il giovane è stato assistito dall’avvocato tedesco Dimitar Krassa nell’udienza di convalida dell’arresto su mandasto europeo (Mae).
Filippo ha dato responso positivo sul trasferimento e consegna in Italia, il ché rende tutto burocraticamente più semplice per quella che comunque non sarebbe un’estradizione, dati gli accordi tra Stati europei. Adesso la palla passa al Tribunale regionale superiore, che si pronuncerà a partire già dalla giornata di oggi. Tutti lavorano affinché i ventilati tempi lunghi vengano accorciati, come ha sollecitato anche il Ministro Antonio Tajani.
Intanto Filippo ha passato la prima notte da detenuto presso il carcere tedesco di Halle, in Germania. Adesso è imputato dell’omicidio volontario e sequestro di persona. Il legale della famiglia Turetta, Emanuele Compagno, ha detto di non aver sentito Filippo “e neppure chi lo assiste in Germania”. Ragione per cui “non si fanno commenti”. Sull’accusa di omicidio volontario e sequestro, il procuratore capo di Venezia, Bruno Cherchi, ha detto:
“Il ritrovamento del corpo della ragazza chiaramente necessita il cambiamento del capo di imputazione, che quindi è stato cambiato. È omicidio volontario, allo stato, ma si tratta di una imputazione provvisoria perché dobbiamo fare tutti gli accertamenti tecnici sui luoghi, sui reperti, sulla macchina, dobbiamo sentire la versione dei fatti di Turetta, e solo a quel punto si potrà fare un’impostazione più completa”.
La lettera, da padre a padre
“Appena avrò il coraggio, andrò a trovare il papà di Giulia”, ha detto un rammaricato Nicola Turetta, padre di Filippo. Oggi ha inviato un primo messaggio WhatsApp a Gino, nel quale ha chiesto “perdono” per ciò che ha fatto il figlio. Non si conoscono altri dettagli della loro comunicazione privata, né la risposta eventuale di Gino, affranto dal dolore ad un anno dalla perdita della moglie. Tuttavia, Nicola ha parlato di Filippo al genitore, sostenendo di essersi illuso di averlo creduto “un figlio perfetto”, scoprendo che così non è stato.
Come si sente dal filmato, il padre dell’omicida ha espresso massima solidarietà e “partecipazione al loro dolore”, oltre che “una forte vicinanza”. Poi, la stilettata sul figlio, inevitabile: “Filippo dovrà pagare per quello che ha fatto”. Questa corrispondenza privata non è stata però confermata dal legale della famiglia della vittima, Andrea Camerotto, il quale sostiene che i due non si sarebbero mai sentiti direttamente per telefono.
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