Intervistato dal Corriere, Angelo Izzo spiega il proprio punto di vista dinanzi alle recenti notizie di cronaca. Quello che dice è agghiacciante

Il bue che dice cornuto all’asino, si afferma in questi casi, richiamando il famoso detto: Angelo Izzo parla di femminicidi, il ché è “un tutto dire”. Continua a far parlare di sé dalla prigione in cui si trova, dove sta scontando un doppio ergastolo per tre omicidi. Al di là dei crimini commessi fuori dal carcere, Izzo paga anche rapine, stupri ed evasioni durante tutta la sua vita. Mentre la Rai sta ultimando i lavori per trasmettere la serie “Circeo” dal 25 novembre, che vedrà protagoniste le malefatte del serial killer, attraverso un’intervista al Corriere, Angelo ha fatto sapere la sua sul tema.

L’opinione di Angelo Izzo: “Non c’è più la malavita di un tempo”

“Potrà sembrare assurdo ma considero gli autori dei femminicidi dei miserabili”. Affermazione che fa rumore, lo afferma lui stesso mentre lo dice: almeno di questo, se ne rende conto. Ma la parvenza di lucidità non deve ingannare, perché il resto del discorso è folle al pari dei crimini commessi durante la sua vita: “Mi danno idea di quei tipi che pigliano gli schiaffi al bar – parlando ancora degli autori dei femminicidi -, poi vanno a casa e se la prendono con le loro donne, magari con i figli”. Sta velatamente parlando di vigliaccheria, proprio lui. “Quando ero ragazzo ho commesso stupri e ho ucciso alcune donne ma l’ho fatto con lo stesso spirito con cui mi potevo impadronire di denaro o gioielli”, sarebbe la sostanziale differenza evidenziata dal ‘Mostro del Circeo’. I femminicidi di Angelo Izzo avrebbero avuto una matrice differente. Quindi: “Odio la società patriarcale. Chiunque mi conosce sa che non ho niente del misogino. Detto questo forse in un’età della mia vita sono stato un predatore”.

Nell’intervista si è lasciato andare al ricordo del passato, alla sua vicinanza politica verso l’estrema destra negli anni Settanta. “Credo di aver avuto sempre un mio personalissimo codice. Un tempo ero orgoglioso di essere stato un estremista di destra romano degli anni Settanta. Mi piacevano molto i marsigliesi di Albert Bergamelli e la “banda delle belve” di Paolo Oldofredi ma ora di quel mondo non c’è più niente”. Ne parla con rammarico, nel bene e nel male è tutto cambiato: “Anche la malavita romana è finita. Deboli, drogati e sempre pronti a tradirsi. Non parliamo di camorristi e mafiosi. Sono gente che a parole dà un valore sacro al vincolo associativo, nella realtà fratelli di sangue si sgozzano per un malinteso o per una partita di droga, ci sono picciotti abbagliati dal denaro che cambiano continuamente bandiera, boss in rapporti con i servizi segreti”.

L’amicizia con Abbruciati, l’ammissione di colpa sull’omicidio della 17enne Rossella, per il quale non tutti gli hanno creduto

Idee apparentemente chiare, ma sballate nel loro insieme, frutto di una mente evidentemente malata: “Per non sembrare un vecchio nostalgico di tempi e regole, che magari esistevano solo nella mia testa, devo dire che mi piacciono i cinesi e i nigeriani, ragazzi seri”.

Angelo Izzo si autoaccusò dell’omicidio della 17enne Rossella Corazzin, nel Cadore: pieni anni Settanta. “A premessa devo dire che non ho partecipato al rapimento né all’omicidio di Corazzin”, non tutti gli avevano creduto quando rivendicò il delitto. “Ne ho parlato nell’ambito di una confessione di una serie di reati fra cui parecchi omicidi. Comprendo che i giudici, a distanza di tanto tempo, hanno problemi a trovare riscontri. I miei eventuali coimputati, i vari Ghira, Viccei, Esposito, sono tutti deceduti. Quindi va bene così. Volevo mettere un punto per cominciare una vita diversa e avendo confessato tutto non sono più ricattabile da nessuno”.

Un altro spezzone interessante dell’intervista è quello relativo all’ammissione dell’amicizia con un membro capo della Banda della Magliana, Danilo Abbruciati. “Ho imparato da tutti quelli che ho incontrato. Se però devo indicare un fratello maggiore credo sia un gangster romano della vecchia scuola: Danilo Abbruciati – uno dei leader della banda della Magliana (ndr) – è stata la figura adulta che quando ero ragazzo mi ha insegnato, come dicono gli inglesi, grace under pressure , a sorridere della vita nei momenti difficili. L’amicizia per me è un sentimento fondamentale. Ho molti amici e anche amiche sia fuori che dentro. Loro sanno chi sono e il bene che gli voglio”.

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