Quando la studentessa 16enne scomparve, Restivo andò al pronto soccorso ricolmo di sangue: da subito le forze dell’ordine avevano capito che era lui il responsabile

Oggi ha 51 anni Danilo Restivo, condannato a 30 di carcere per l’omicidio di Elisa Claps, studentessa di 16 anni di Potenza, scomparsa nel 1993. I resti della giovane sono stati trovati 17 anni dopo, erano nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità del capoluogo lucano. Furono degli operai a segnalare l’avvistamento, mentre erano intenti a riparare una perdita d’acqua. Ha ucciso Elisa e ha ucciso Hather Barnett, almeno secondo la condanna che sta pagando. La seconda è una donna di 48 anni, trovata morta nel 2002 in casa propria, a Charminster, presso Bournemouth. L’iter con il quale uccideva le sue vittime era pressoché identico. Al di là dei segni distintivi identificabili nel taglio delle ciocche dei capelli, emerge il profilo di un uomo ossessionato, ossessionante, ossessivo e ossessionato. Tormentava le donne, era un mostro.

Il killer, che continua a non mostrare pentimento, oltre a negare la sua reponsabilità nelle due morti, deve scontare ancora 70 anni, frutto del cumulo di pena tra la condanna italiana e quella britannica. Era il 12 settembre del ’93 quando Elisa scomparve. Stava raggiungendo la chiesa, la stessa dove sono stati trovati i resti 17 anni dopo. Era con Eliana, poi si divisero perché la Claps avrebbe dovuto incontrare un altro ragazzo in Chiesa. Era proprio Danilo, come emerso dalle indagini successive, al tempo un 21enne. Di origini sicule, si era trasferito a Potenza con la famiglia, dove il padre era direttore della biblioteca nazionale. Quando la giovane scomparve, subito cominciarono i sospetti nei confronti di quello che poi avremmo scoperto come il killer della vittima. I suoi spostamenti, le ricostruzioni incongruenti.

Quando uscirà dal carcere?

Quando Elisa era scomparsa, oltretutto, Danilo si presentò al pronto soccorso insaguinato, aveva detto di essere caduto in un cantiere. Fu lasciato libero, perché non vi erano abbastanza prove per l’incriminazione. Così si indagò sul ragazzo e si scoprì che si era già reso spiacevole protagonista di altre tormentate relazioni con altrettante donne. Telefonate mute con il sottofondo della colonna sonora di Profondo Rosso, a volte sceglieva “Per Elisa”, di Beethoven (Für Elise). Secondo i giudici, Danilo uccideva per la sua morbosità e ossessione, divenendo un killer spietato e incontrollato. Tra i segni distintivi dei suoi omicidi, come detto, si segnalava il taglio delle ciocche di capelli dalle vittime. Le stesse che venivano ritrovate dai poliziotti in occasione delle macabre scoperte.

Quando era ancora a piede libero, il killer si rese protagonista di un altro delitto, nel Regno Unito stavolta, come abbiamo visto. Uccise Hether Barnett, madre di due figli, più grande di lui di 15 anni: donna con la quale intraprese una relazione, anche lei aveva una ciocca di capelli in mano quando è stata ritrovata dalla polizia. Il corpo senza vita fu trovato in bagno: venne uccisa a colpi di forbice. Si scoprì a posteriori che Restivo era stato ospitato in casa per alcuni lavoretti. Oggi Danilo è ancora in carcere e ci resterà a lungo: non ha scontato neanche metà di quella pena e dovrebbe uscire non prima del 2050, quando avrà 78 anni.

Continua a leggere su Chronist.it