Monia Bortolotti, la 27enne accusata di aver soffocato e ucciso i suoi 2 neonati di 2 e 4 mesi, a distanza di un anno, si è avvalsa della facoltà di non rispondere. La ragazza è stata interrogata nella mattinata di martedì 7 novembre presso l’ospedale papa Giovanni XXIII di Bergamo, dove è ricoverata a causa di possibili gesti autolesionistici. Tuttavia, nel corso dei giorni sono emersi particolari sempre più agghiaccianti, l’ultimo dei quali riguarda un’infermiera. La donna, infatti, avrebbe raccontato di aver salvato appena in tempo il piccolo Mattia da una stretta troppo forte che lo stava per soffocare.

L’incidente sventato dall’infermiera

I fatti, che hanno allarmato immediatamente l’infermiera, sarebbero avvenuti durante i 33 giorni di ricovero nel reparto di Patologia neonatale. Secondo l’operatrice sanitaria, Monia Bortolotti avrebbe stretto con forza il bimbo al punto di soffocarlo per farlo smettere di piangere e solo l’intervento tempestivo della donna ha fatto si che si evitasse il dramma. L’operatrice però, dopo l’episodio ha prontamente segnalato l’accaduto ai superiori che hanno effettuate visite psicologiche e psichiatriche sulla donna. Tuttavia, nessuno dei 2 dottori avrebbe riscontrato particolari patologie.

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Monia Bortolotti ha soffocato e ucciso suo figlio di 4 mesi, dopo aver raccontato una bugia alla famiglia

Nonostante ciò, entrambi furono concordi nel consigliare alla famiglia di non lasciare sola la 27enne con il piccolo Mattia. Secondo quanto emerso dalle indagini, i familiari della donna hanno tentato il più possibile di non lasciarla sola, fino a quando, il 25 ottobre 2022 il piccolo è stato soffocato da Monia Bortolotti. La donna, infatti, disse ai parenti di doversi incontrare con un’amica, che invece, in seguito alle indagini, è risultato non essere stata contattata. Proprio in quel frangente, rimasto solo con la mamma, il neonato è morto per asfissia meccanica.

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