Alessandro Impagnatiello lo scorso 27 maggio uccise con 37 coltellate la sua fidanzata, Giulia Tramontano, incinta al settimo mese, nella loro casa di Senago. Nei 4 giorni successivi al delitto, l’uomo tentò di bruciare il corpo e di disfarsi del cadavere, fino a quando non fu rinvenuto in delle sterpaglie, vicino a un box poco distante dalla loro residenza. Oggi, i Pm, dopo aver constatato ben 4 aggravanti, hanno chiesto il giudizio immediato per Impagnatiello.
Il giudizio immediato per Impagnatiello e le 4 aggravanti
Secondo le Pm Alessia Menegazzo e Letizia Mannella, sarebbero addirittura 4 le aggravanti che le hanno spinte a chiedere il giudizio immediato per Impagnatiello. Nello specifico al 30enne sono stati contestati: l’omicidio aggravato dalla premeditazione, dalla crudeltà, dai futili motivi e dal rapporto di convivenza, oltre all’occultamento di cadavere e l’interruzione di gravidanza non consensuale.
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Il veleno per topo e la morte per dissanguamento
Secondo quanto emerso dall’esame autoptico sul corpo di Giulia Tramontano, infatti, è stata rilevata grande quantità di veleno per topi nel sangue e nei capelli della ragazza e nei tessuti e nei capelli del feto. Inoltre, la vittima, morta dissanguata, era viva dopo ogni coltellata inferta dal killer. Due elementi, questi, che rafforzerebbero ulteriormente le aggravanti di premeditazione e crudeltà, inizialmente negati dal gip. A decidere sul giudizio immediato nei confronti di Impagnatiello, che rischia l’ergastolo, sarà il gip di Milano, Angela Minerva. Sul tratto narcisistico, la Bruzzone ha fatto un parallelismo con quanto accaduto anche a Giulia Cecchettin e l’ex fidanzato.