Il 27 settembre scorso, Martino Benzi uccise suo figlio, sua moglie e sua suocera, prima di farla finita, suicidandosi. In queste ore, dopo mesi di indagini su un biglietto lasciato dall’uomo prima della strage di Alessandria in cui aveva scritto: “Sono disperato, non ho più speranze e la colpa è mia”, è emerso il motivo che ha spinto l’ingegnere a farla finita.

La cartella esattoriale da 50mila euro

Dopo che gli inquirenti si sono concentrati sui conti di Martino Benzi, è saltata fuori una cartella esattoriale del Fisco da svariate migliaia di euro, arrivata all’uomo nei giorni precedenti alla strage. Sarebbe almeno 50mila euro, la cifra che l’architetto doveva versare al Fisco e questo, secondo gli inquirenti, avrebbe causato la decisione di farla finita. Per questo, l’uomo avrebbe lasciato il biglietto in cucina, prima di uccidere a coltellate la moglie e il figlio, recarsi alla casa di riposo per uccidere la suocera e infine suicidarsi.

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Le parole del fratello di Martino Benzi

Le difficoltà economiche, unite a un forte stato depressivo, avrebbero scatenato la furia omicida di Martino Benzi. Eppure, come riferito dal fratello, l’architetto non aveva mai rivelato di essere in difficoltà economiche. In precedenza, l’uomo aveva parlato al fratello di un debito da circa 30mila euro con il Fisco, che però, secondo le testimonianze del parente, diceva di essere riuscito a rateizzare. “Diceva di non avere problemi economici – ha raccontato il fratello -. Ad agosto mi aveva chiesto un prestito di 2mila euro, parliamo di una cifra modesta e quando si è liberi professionisti come lo era lui, è sufficiente che due clienti ritardino il pagamento che ci si ritrova in difficoltà”.

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