Julie Tronet, la ragazza francese sucida durante l’Erasmus a Lecce, è stata violentata. A conferma di ciò c’è il referto medico e le parole che la 21enne ha lasciato scritte nel suo diario, che seppur criptiche, lasciano intuire quanto accaduto. In queste ore, però, gli inquirenti, dopo aver sequestrato gli oggetti personali della ragazza, insieme al suo smartphone e al suo computer, hanno iscritto al registro degli indagati un giovane di 19 anni residente nel Brindisino.
Il selfie fuori dall’abitazione di Julie Tronet
Le accuse verso il 19enne sono di istigazione al suicidio e violenza sessuale. A “incastrare” il giovane è stato un selfie che il ragazzo si è scattato proprio fuori dalla porta dell’abitazione in cui Julie Tronet, alcuni giorni dopo, ha deciso di farla finita. Il 19enne, tuttavia, non ha negato la sua frequentazione con la 21enne, ne ha smentito il rapporto sessuale, che però, secondo lui, era consensuale.
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L’indagato e la 21enne si sarebbero conosciuti il 18 ottobre in un locale di Lecce
Attualmente, il giovane, difeso dall’avvocato Aldo Gianfreda, durante il sequestro dei dispositivi elettronici ha rilasciato solo dichiarazioni spontanee agli inquirenti. Attualmente non è stato ancora interrogato. Secondo le parole del legale, il suo assistito e la 21enne Julie Tronet, si sarebbero conosciuti in uno dei locali della movida leccese il 18 ottobre. A confermare i fatti ci sarebbe anche una testimone: una ragazza bielorussa che, secondo l’avvocato, avrebbe visto il clima disteso con cui i 2 conversavano. Poi, sempre nel corso della stessa serata, il 19enne indagato e la 21enne francese sarebbero saliti nell’appartamento della ragazza. Infine, prima di lasciare lo stabile, il ragazzo Brindisimo si è scattato il selfie “in assoluta buonafede”, dichiara la difesa.