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Rapiscono un uomo e lo costringono a pratiche sadomaso: “Umiliato e minacciato con una pistola”

costringono a pratiche sadomaso un uomo

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Abusi degradanti: “Con una banconota tra i denti, percosso ripetutamente con schiaffi, calci all’altezza delle anche, tirandogli i capelli”

Rapiscono un uomo e lo costringono a pratiche sadomaso. Una coppia, praticante del sadomaso, è stata condannata per aver condotto un gioco sessuale estremo culminato in atti di violenza nei confronti di un terzo uomo. Il Tribunale di Milano ha condannato a due anni di carcere Laura C., che nel perverso gioco era la ‘schiava’ della coppia. Cinque anni di pena invece, di cui uno di libertà vigilata, per il dentista romano Angelo T., il ‘padrone’.

Gli eventi risalgono a tre anni fa, quando la coppia ha adescato la vittima attraverso Telegram, con il pretesto di un incontro di meditazione. L’uomo ha raccontato: “Appena mi sono girato per trovare un posto dove sedermi, Andreas (nome con cui si era presentato l’imputato) aveva una pistola in mano e mi ha detto di inginocchiarmi. C’è stata una breve colluttazione ma prima che potessi scappare mi ha ripreso per la camicia e mi ha attaccato al muro prendendomi per il collo, ha ripreso la pistola e mi ha fatto nuovamente inginocchiare, poi mi ha obbligato a togliermi la camicia e anche lui se l’è tolta (…). È comparsa così Laura, che era stata fino a quel momento nascosta nel bagno”.

Costringono a pratiche sadomaso una vittima innocente: arrestati

Dagli atti processuali, si leggono particolari agghiaccianti. La vittima è stata costretta a dichiarare davanti a Laura, la ‘schiava’, di aver abusato sessualmente di lei. Il tutto mentre veniva picchiato, schiaffeggiato, e preso per il collo. “Gli ha messo tra i denti una banconota da 500 euro, lo ha percosso ripetutamente con schiaffi al volto, calci all’altezza delle anche, tirandogli i capelli”. La coppia ha filmato l’intero episodio con i loro telefoni cellulari.

Alla fine, gli hanno permesso di lasciare l’appartamento, ma lo hanno minacciato di ritorsioni gravi se avesse denunciato l’incidente. “So dove abiti, tra un annetto vengo a farti visita. Se provi a contattare lei ti uccido con le mie mani. Non denunciare perché ho amici nelle forze dell’ordine. Se mi incontri per strada fai finta di non conoscermi, se ti faccio un cenno io salutami”.

L’uomo è stato sottoposto a un trattamento inumano e degradante, ed è stato oggetto di violenza fisica e psicologica. “Ce lo portiamo a cena a Torino il cane, ti vuoi divertire Laura o gli facciamo un buco?”. La vittima ancora oggi, a distanza di anni, viene descritta come “sotto choc”.

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