Alessandra Lazzara aveva 21 anni ed era una studentessa dell’Università degli studi di Palermo. Nella mattinata di lunedì 24 ottobre, il corpo della 21enne è stato rinvenuto in strada, a Sciacca, nell’Agrigentino.

Le indagini sulla morte della 21enne

Fin da subito le forze dell’ordine avevano aperto un’indagine per tentare di risalire alla causa del decesso della giovane. All’inizio l’ipotesi più probabile sembrava essere quella dell’incidente stradale. Infatti, dai primi accertamenti, sembrava che la ragazza fosse stata investita da un pirata della strada. Invece, nel corso delle indagini, la verità, ancora più cruda e triste è venuta fuori. Secondo gli inquirenti, Alessandra Lazzara si sarebbe tolta spontaneamente la vita lanciandosi dal terrazzo del suo appartamento al sesto piano. Ancora ignote, però, le cause del suicidio.

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Il messaggio d’addio ad Alessandra Lazzara di RUM

In queste ore, l’associazione studentesca RUM, di cui Alessandra Lazzara faceva parte, ha rilasciato uno struggente messaggio d’addio per la 21enne. “Questa mattina ci ha lasciati un membro della famiglia di RUM, la nostra Alessia Lazzara. Alla famiglia e alle persone che l’hanno conosciuta va la vicinanza della Rete Universitaria Mediterranea”. La scomparsa prematura di Alessia non può non indurci a riflettere e a far riflettere quanti ci leggono”.

Poi aggiungono: “Dinanzi alla morte certamente tutti e tutte siamo impotenti, ma, nella vita quotidiana ciascuno di noi può fare qualcosa per rendere migliore la vita delle persone che ha accanto.
Non importa cosa. Basta un “come stai?”, una sosta di due secondi in più per salutare una persona anche frettolosamente, una telefonata a qualcuno che non si sente da tanto tempo, un messaggio anche stupido, un abbraccio gratuito. Tutti gesti semplici che richiedono poco tempo, ma che possono cambiare la vita delle persone che abbiamo attorno e anche la nostra.
Forse perché a volte ci serve uscire dal guscio dei nostri problemi, dei nostri pensieri, delle nostre ansie, delle nostre preoccupazioni, per guardare verso l’altro, che non abbiamo idea di cosa stia vivendo. Lo faremo, Ale. Promesso. Ti vogliamo bene”.

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