Bruttissimo episodio avvenuto in un Istituto di scuola superiore in provincia di Salerno: ha fatto il giro dei notiziari la follia di un 15enne che si è presentato a scuola con una pistola a pallini per utilizzarla contro l’insegnante di sostegno. Una goliardia programmata, solo per ridere della scena ed emergere come il ‘simpaticone’ della classe. La vicenda è agghiacciante, la professoressa fortunatamente non ha riportato gravi lesioni, ma il caso è “da condannare”, come confessa un collega della ‘vittima’ in questione, intercettato dai giornalisti de Il Mattino dopo che la notizia è diventata pubblica.
La ricostruzione
Il giovane studente si è recato all’Istituto Tecnico Commerciale Enrico Cenni di Vallo della Lucania, in provincia di Salerno. Frequenta il secondo anno scolastico dei cinque previsti per completare gli studi al fine di ottenere il diploma per geometri. Durante la lezione, ha estratto l’arma e ha cominciato a sparare “una raffica di pallini gialli”, tutti indirizzati contro la docente di sostegno, originaria di Castellammare di Stabia.
La donna è stata solo raggiunta di striscio dai pallini sparati ad alta velocità, tuttavia ha fatto la segnalazione formale ai superiori e sono stati convocati i genitori del ragazzo. Secondo quanto ricostruito da Il Mattino, l’episodio è avvenuto lo scorso venerdì mattina, 13 ottobre. In mancanza dell’insegnante principale della materia in questione, probabilmente i ragazzi hanno preso ‘alla leggera’ la lezione, esagerando con lo scherzo. Mentre la docente di sostegno aiutava un ragazzo disabile a seguire la lezione, e la sostituta dell’insegnante della materia in questione spiegava gli argomenti di studio ai ragazzi, il 15enne autore della mattanza ha agito per colpire la donna.
Dopo la bravata, il giovane ha nascosto l’arma nello zaino di un altro studente, ma è stato immediatamente smascherato dalle insegnanti. Un professore della scuola ha confessato: “Certo, si tratta di una classe un po’ movimentata, ma non ci saremmo mai aspettati che i ragazzi arrivassero a tanto. Più che allarmati siamo affranti dal punto di vista educativo, speriamo che i ragazzi, tutti, percepiscano che non si è trattato di un gioco”.