Danielle Waldman era una delle centinaia di persone presenti al rave party in Israele di sabato scorso. La ragazza si trovava alla festa insieme al suo fidanzato, quando a un tratto le truppe di Hamas sono giunte sul posto e hanno iniziato a sparare tra la folla. Da quel momento della 24enne si erano perse le tracce: la speranza della famiglia era che fosse tra i centinaia di ragazzi tenuti prigionieri dai palestinesi. La verità, invece, è venuta a galla nella giornata di mercoledì 11 ottobre: Danielle e il suo ragazzo sono stati rinvenuti morti all’interno di una Toyota abbandonata sul ciglio della strada.
Danielle Waldman, rinvenuta grazie al suo smartphone
A scoprire dove fosse Danielle Waldman è stato il padre. Eyal esperto d’elettronica e fondatore di una società di prodotti per computer ha tentato di rintracciare la figlia attraverso la localizzazione de suo smartphone. Sembrava un tentativo disperato, invece l’app “Trova il mio iPhone” è riuscita a stabilire in che posizione si trovasse il dispositivo della 24enne. Purtroppo, però, sia Danielle che Noam, il suo fidanzato, sono stati rinvenuti morti all’interno di una Toyota bianca abbandonata sul ciglio della strada.
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Le parole del padre della 24enne
A raccontare la tragica scoperta è stato il padre stesso di Daniele Waldman. La salma della figlia, insieme al fidanzato, erano nell’auto crivellata di colpi da almeno 2 direzioni, con fori di proiettile riconducibili almeno a 3 armi da fuoco. “I colpi sono arrivati da due direzioni. dai bossoli che abbiamo trovato, c’erano almeno tre pistole che sparavano contro l’auto. Danielle era nata in California, era la bambina più felice di sempre e tutti le volevano bene. Noam, invece, era cresciuto qui in Israele. Si erano conosciuti nell’esercito e avevano progettato di passare tutta la vita insieme. Erano al festival per celebrare la vita, per celebrare l’amore”.
