Alexander Lomakyn è uno 15 sopravvissuti al drammatico incidente di Mestre, avvenuto martedì 3 ottobre. Il 38enne ucraino si trova all’ospedale “Angelo”, di Venezia e dal letto in cui è ricoverato, ancora sotto shock ha raccontato i tragici momenti in cui l’autobus su cui viaggiava, in compagnia del padre, è precipitato. Nell’impatto Alexander è riuscito a salvarsi, mentre il padre Vasil è deceduto nello schianto.

Le parole di Alexander Lomakyn, superstite dell’incidente di Mestre

Ho sentito un botto, come un terremoto, poi mi sono trovato tra i corpi senza vita, con sangue e feriti”. Inizia così il racconro di Alexander Lomakyn, uno dei 15 superstiti dell’incidente di Mestre. “Ero a Venezia con mio padre. Dopo il boato, l’ho perso di vista. Speravo che riuscisse a salvarsi. Quando l’autobus è caduto dal viadotto ci è finito sopra di tutto: gli altri passeggeri che viaggiavano con noi e i bagagli pesanti. Poi mi sono trovato in mezzo ai cadaveri c’era tanto sangue, feriti che urlavano”.

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I soccorsi, la corsa in ospedale, poi la tragica scoperta: il padre era morto

Il 38enne Alexander Lomakyn ha poi terminato il suo scioccante racconto rivelando di essersi riuscito a salvare per puro caso. “Io ho provato a difendermi, tenendomi la testa tra le mani, ma l’impatto è stato troppo forte”. In men che non si dica, però, sono giunti sul posto i soccorritori che sono riusciti a estrarlo vivo dalle lamiere del bus che nel frattempo era andato a fuoco. In quei frangenti però, Alexander non è più riuscito a individuare Vasil, il padre 70enne. Solo giorni dopo il ragazzo ha scoperto che l’amato genitore non era sopravvissuto all’impatto ed è una delle 21 vittime dell’incidente di Mestre. “Voglio sapere cos’è successo, di chi è la responsabilità”, ha concluso il 38enne.

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