Non si placano le polemiche riguardanti il tragico incidente del bus di Mestre, precipitato per circa 10 metri dal cavalcavia di via della Libertà. Dei 36 occupanti dell’autobus elettrico, 21 sono deceduti e 15 risultano gravemente feriti. In seguito all’incidente avvenuto alle 19:38 di martedì 3 ottobre, la Procura di Venezia ha aperto un’inchiesta per omicidio stradale plurimo. Secondo le informazioni a riguardo, tra le ipotesi al vaglio ci sarebbe: l’errore umano, un guasto al mezzo o un malore dell’autista. Proprio quest’ultima causa però, potrebbe causare una vera e propria battaglia tra le assicurazioni e i legali delle vittime dell’incidente.
Il “caso fortuito” nell’incidente di Mestre
Le polizze, infatti, avrebbero una clausola chiamata “caso fortuito”, che potrebbe essere usata dalle assicurazioni per non risarcire le vittime dell’incidente di Mestre. Tuttavia, la clausola è utilizzabile solo in caso in cui venga confermato il malore dell’autista, Alberto Rizzotto, come causa scatenante l’incidente. Secondo l’articolo 2051 del codice civile: “Ciascuno è responsabile del danno cagionato dalle cose che ha in custodia, salvo che provi il caso fortuito. Il vettore risponde dei sinistri che colpiscono la persona del viaggiatore durante il viaggio”.
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Cos’è il caso fortuito e perché l’autopsia di Alberto Rizzotto sarà fondamentale
L’articolo 141 del codice delle assicurazioni, riguardo al risarcimento di terzi dichiara: “Salva l’ipotesi di sinistro cagionato da caso fortuito, il danno subito dal terzo trasportato è risarcito dall’impresa di assicurazione del veicolo”. Il caso fortuito è un evento imprevedibile ed eccezionale che si inserisce nell’azione del soggetto, e proprio il malore dell’autista del bus che ha causato l’incidente di Mestre, potrebbe essere interpretato in questo modo. I risultati dell’autopsia sul corpo di Alberto Rizzotto, dunque, potrebbero essere fondamentali sia per chiarire le cause del disastro, sia per valutare l’entità del risarcimento.