Mentre è al vaglio l’ipotesi dell’omicidio stradale plurimo nell’inchiesta aperta dalla Procura, oggi, giovedì 5 ottobre, a 48 ore dall’incidente, sono state identificate tutte le 21 vittime della tragedia a Mestre. Un pullman carico di turisti è precipitato da un cavalcavia nella provincia veneta, cadendo rovinosamente sulla ferrovia. Inoltre, sono state identificate anche 13 delle 15 persone rimaste ferite e attualmente ricoverate negli ospedali. Tra loro ci sono 3 minorenni. Dieci di loro sono in terapia intensiva.

L’elenco definitivo delle vittime dell’incidente di Mestre comprende: nove ucraini, quattro rumeni, tre tedeschi, due portoghesi, un croato, un sudafricano e un italiano, proprio l’autista Alberto Rizzotto, che poco prima di morire aveva scritto sui social “Shuttle to Venice”.

Le vittime della strage di Mestre

Di seguito i nomi di tutte le vittime.

Annette Pearly Arendse, del 1965, sudafricana
Maria Fernanda Arnaud Maciel, del 1967, portoghese
Antonela Bakovic, del 1997, croata
Anne Eleen Berger, del 1991, croata
Serhii Beskorovainov, del 1953, cinese con cittadinanza ucraina
Tetiana Beskorovainova, del 1954, moldava con cittadinanza ucraina
Gualter Augusto Carvalhido Maio, del 1965, portoghese
Charlotte Nima Frommerherz, del 2022, tedesca
Siddharta Jonathan Grasse, del 1995, tedesco
Vasyl Lomakin, del 1953, ucraino
Daria Lomakina, del 2013, ucraina
Anastasiia Morozova, del 2011, ucraina
Yuliia Niemova, del 1993, ucraina
Aurora Maria Ogrezeanu, del 2015, romena
Georgiana Elena Ogrezeanu, del 2010, romena
Mihaela Loredana Ogrezeanu, del 1981, romena
Mircea Gabriel Ogrezeanu, del 1978, romeno
Iryna Pashchenko, del 1993, ucraina
Liubov Shyshkarova, del 1993, ucraino
Dmytro Sierov, del 1990, ucraino

Ad oggi non esiste una ricostruzione fedele su quanto accaduto: nulla che possa stabilire con certezza la dinamica della tragedia. La magistratura valuta due ipotesi al momento: la manovra azzardata o un malore dell’autista. Il procuratore Bruno Cherchi: “Non ci sono indagati allo stato attuale. Il guardrail, la zona di caduta del bus e lo stesso mezzo sono stati posti sotto sequestro”. Si cerca una causa, disperatamente: “Sarà esaminata la scatola nera – continua Cherchi – solo quando si saprà che non è un’operazione irripetibile. Altrimenti aspetteremo lo sviluppo dell’inchiesta, affinché tutte le parti coinvolte possano avere le perizie”.

La ricostruzione

Al momento, quello che sappiamo è ciò che si nota dai video registrati dalla telecamera puntata alla base della rampa che porta a Venezia. “Non ci sono segni di frenata, né contatti con altri mezzi”, ha detto il magistrato. La dinamica dell’incidente, secondo quanto ricostruito al momento, “vede il bus toccare e scivolare lungo il guardrail per un cinquantina di metri, e infine, con un’ulteriore spinta a destra, precipitare al suolo”. L’altro pullman non avrebbe alcuna responsabilità: era accanto al mezzo poi precipitato. L’autista è stato tra i primi a prestare soccorso. Nella concitazione del momento, per aiutare il collega e i passeggeri, ha anche lanciato un estintore dal cavalcavia, mentre divampavano le fiamme. La velocità non è la causa del disastro, ipotesi esclusa a priori: “I testimoni hanno detto che andava piano, il tratto stradale prima è in salita e comunque, oggettivamente, non permette alte velocità”.

L’amministratore delegato della società di trasporto

Secondo l’Ad Massimo Fiorese, l’autista era un uomo “esperto alla guida”, oltretutto “appassionato al suo lavoro”. Al momento la tesi del malore è la più accreditata: “L’impatto del pullman è avvenuto una cinquantina di metri prima della rottura del guardrail e della caduta, sembrerebbe che il bus si sia accostato al guardrail, lo abbia affiancato per una cinquantina di metri, poi c’è stata un’ulteriore sterzata, l’appoggio verso destra e la caduta. Non risulta che ci sia stato un incendio nel senso tecnico del termine, c’è stata una fuoriuscita di gas delle batterie, su queste stiamo facendo degli accertamenti”.

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