Gabriele Maffeo aveva 33anni e nella serata di sabato 30 settembre a Occhieppo Inferiore, è stato rinvenuto provo di vita dentro un cassonetto da una donna. Il suo corpo era avvolto in un telo nero e in testa aveva una sacca di nylon ed era legato con nastro adesivo e cavi. Sul cadavere i medici hanno rinvenuto svariati segni di ecchimosi e il volto era tumefatto. Il movente dietro all’omicidio dell’uomo è ancora tutto da chiarire tuttavia, le autorità hanno posto in fermo 4 persone con l’accusa di omicidio e soppressione di cadavere.
Le parole dell’amica di Gabriele Maffeo
Secondo la testimonianza di un’amica della vittima, Gabriele Maffeo le persone fermate sarebbero legate al mondo della droga, da cui però il 33enne stava cercando di allontanarsi.
“Quando ho letto che Gabriele era morto e ho visto dove era stato trovato il suo corpo ho pensato di sapere immediatamente i nomi dei due colpevoli. La coppia che è stata fermata è una coppia di spacciatori conosciuti da tutti qui a Biella. Forse Gabriele doveva dargli dei soldi. Immagino anche che gli altri due ragazzi fermati fossero lì presenti in casa come clienti e probabilmente si sono trovati in mezzo a questa storia. Perché lì si spacciava e spesso facevano fermare qualcuno a consumare nell’appartamento”.
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“Erano mesi, quasi un anno, che non era più coinvolto in certe cose”
Secondo le parole della donna, Gabriele Maffeo era un bravo ragazzo che aveva avuto problemi, ma per il bene della sua famiglia, si era ormai distaccato dal mondo della droga.
“Ha sempre lavorato ed è sempre stata una persona molto onesta. Poi purtroppo ha conosciuto la droga. Ma per il bene di suo figlio, di sè stesso e della sua famiglia aveva intrapreso un percorso di crescita e di rinascita abbandonando la dipendenza. Erano mesi, quasi un anno, che non era più coinvolto in certe cose ed era fuori da Biella. In tanti gli dicevamo di non tornarci qui, che stava facendo bene, che finalmente stava bene ed era felice di poter vedere crescere suo figlio e poter costruire un rapporto con lui. Non era un santo ma non era una persona cattiva. Voleva riprendere in mano la sua vita – e conclude – È tornato in città e ha incontrato purtroppo le persone che frequentava in precedenza. Chissà cosa è successo dentro quella casa. Non si può morire così”.
