La morte di Alessia Neboso è ancora avvolta nel mistero, solo l’esame autoptico sul corpo della 21enne potrà chiarire le cause del decesso. Intanto però, nella mente dei familiari della vittima le domande si affollano. Alessia è morta il 21 settembre scorso, pochi giorni dopo aver subito un intervento per ingrandire il volume del seno, in vista del suo matrimonio. Era in perfetta forma, racconta il papà, per questo chiede che venga fatta giustizia per sua figlia, morta prematuramente.
Le parole di Salvatore, padre di Alessia Neboso
Salvatore, il papà di Alessia, si è fatto forza e ha raccontato tutta la vicenda che ha portato alla morte della sua amata figlia. “Mia figlia è stata operata l’11 settembre in una clinica privata ed è stata dimessa il pomeriggio del giorno stesso. Secondo i medici l’intervento chirurgico al seno era andato bene. Durante le visite di controllo le era stato riscontrato un ristagno di liquidi. Una settimana dopo ha cominciato a sentirsi male”.
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La visita nella clinica, il trasporto d’urgenza nella casa di cura di Acerra e la successiva morte
Febbre, vomito, mancanza di forze, spossatezza generale; tuttavia, i familiari della 21enne riescono a ottenere una visita nella clinica in cui la figlia ha subito l’operazione, solo il 20 settembre. Il giorno stesso, però, Alessia viene trasferita d’urgenza in una casa di cura di Acerra.
“A mia moglie non è stato consentito entrare. Lì è stata operata. Il 21 settembre ci hanno detto che non ce l’avrebbe fatta. Ci sono molte cose che non abbiamo saputo e che non dovevano accadere. Alessia è stata trasportata con un’auto e non con un’ambulanza in clinica. Non abbiamo avuto chiarimenti sul tipo di assistenza che ha ricevuto in clinica e quale problema fosse insorto per indurla a stare così male. Io, mia moglie, il fratello e la sorella di Alessia vogliamo tutti la verità. Vogliamo che siano controllate le telecamere della casa di cura. Pretendiamo giustizia. Mia figlia voleva solo una taglia di seno in più per il matrimonio, invece è morta”.