I carabinieri di Vibo Valentia hanno arrestato 81 persone nell’ambito dell’inchiesta Maestrale-Carthago

È stata uccisa e data in pasto ai maiali: è questo il triste destino di Maria Chindamo, l’imprenditrice di 42 anni scomparsa il 6 maggio del 2016 a Limbadi, in provincia di Vibo Valentia.
A uccidere la donna sarebbe stato Salvatore Ascone, 57 anni, secondo quanto rivelato da alcuni collaboratori di giustizia. Inoltre, i carabinieri del Comando provinciale di Vibo hanno arrestato 81 persone, nell’ambito dell’inchiesta “Maestrale-Carthago”, condotta dal Dda di Catanzaro.
L’imprenditrice è stata fatta sparire e assassinata a causa della relazione sentimentale che aveva avviato dopo il suicidio del marito, Vincenzo Puntoriero, avvenuto nel 2015.
“È stata uccisa due giorni dopo aver postato la foto con il nuovo compagno. Bruciava l’idea che i terreni fossero gestiti da una donna che addirittura si sarebbe permessa di rifarsi una vita” – si legge nella relazione del procuratore di Catanzaro.

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Ascone avrebbe ucciso Maria Chindamo insieme a due complici

Dunque, il movente del delitto sarebbe da ricercare nell’interesse di alcune cosche di ‘ndrangheta del Vibonese, per alcuni terreni acquisiti da Maria Chindamo dopo il suicidio del marito.
Infatti, all’indagato sono stati contestati una serie di reati, tra i quali la partecipazione all’associazione mafiosa riconducibile alla cosca Mancuso.
Salvatore Ascone, arrestato nella mattinata di oggi insieme ad altre 80 persone legate all’organizzazione criminale calabrese, avrebbe commesso l’omicidio insieme ad altre due persone.
Una delle due era minorenne all’epoca dei fatti, mentre l’altro complice è deceduto.

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