La giovane ciclista Francesca Quaglia, investita da un camion trasporti in zona Porta Romana, era una traduttrice e copywriter freelance

Nata a Medicina, in provincia di Bologna, Francesca Quaglia si era laureata in Lingue, letterature e linguistica scandinava a Venezia per poi conseguire la laurea magistrale alla Statale di Milano. Il suo amore per i paesi scandinavi e specialmente per la Svezia hanno portato la ragazza a vivere un anno a Uppsala e, tornata in Italia, a lavorare alla cineteca di Bologna su un cortometraggio del regista svedese Gösta Werner. Inoltre, sempre nel paese scandinavo, aveva lavorato a Stoccolma per la Camera di commercio italiana, insegnando anche l’italiano.

Amava, però, anche Milano, città che l’aveva adottata. Oltre alla fotografia, infatti, adorava girare per la città con la sua bici vintage, almeno da quando le avevano rubato il motorino. Proprio nel capoluogo lombardo faceva la traduttrice e copywriter freelance per la rivista Mulieris Magazine. Davanti a sé aveva un futuro roseo, specialmente considerando il suo sogno di lavorare in una casa editrice. Sogno che si è infranto ieri in viale Caldara, in zona Porta Romana, quando un camion per il trasporto terra l’ha investita e uccisa.

Secondo la ricostruzione, la ragazza è stata affiancata dal camion all’altezza del semaforo. E quando è scattato il verde, il mezzo, ripartendo, l’ha travolta. Come riportato da alcune testimonianze, pare che Francesca abbia battuto con la mano più volte sul cassone del camion per avvertire il conducente della sua presenza. Motivo per cui la Procura ha aperto un’indagine post-autopsia per stabilire se accusare il conducente di omicidio stradale.

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