“Non dovevamo fare tardi, così non ci pagavano gli straordinari”: il retroscena sul bambino morto risucchiato nella conduttura di scarico della struttura apre nuove prospettive. Parla uno dei bagnini
La tragedia delle Terme di Cretone si sarebbe potuta evitare? Spunta la rivelazione choc di uno dei bagnini che lavora nella struttura. Dietro l’assurda morte del piccolo Stephan potrebbe esserci una storia di avidità e mancanza di sicurezza. E di costi da tenere sotto controllo. La testimonianza è di quelle destinate a far discutere e arriva da uno dei bagnini della struttura. Quello che dice è agghiacciante e, se confermato, apre a scenari completamente diversi nella ricostruzione degli eventi.
“Ci dicevano di sbrigarci perché non volevano pagare gli straordinari. La piscina doveva essere vuota entro le otto. Per questo non c’era la grata. Così finivamo prima”. In sostanza, sarebbe questo il motivo per il quale nessuno dei soccorritori è riuscito a tirare fuori dall’acqua il piccolo. Lo aveva raccontato Simone D’Agostino, una delle persone che ha tentato di salvarlo. L’uomo, assiduo frequentatore del luogo ha raccontato i tragici minuti in cui, insieme ad altre persone, ha cercato di estrarre il bimbo, rimasto incastrato nel tubo dello scarico di una piscina. “Sono stati minuti terribili, abbiamo fatto di tutto e ci abbiamo sperato fino alla fine”.
I dubbi sulla sicurezza alle Terme di Cretone: struttura sotto sequestro
Era stato proprio D’Agostino a rivelare che nella struttura non c’erano sistemi di sicurezza per arrestare la valvola, né tantomeno una griglia a protezione del tubo dello scarico. “Mi hanno detto che la valvola non poteva essere chiusa, proprio perché dentro c’era questo bambino. Ma non si può fare lo svuotamento dell’acqua in questo modo, il piccolo è stato risucchiato dalla corrente, che era fortissima. E il buco avrà un diametro di circa 35 centimetri, che può risucchiare forse non un adulto, ma sicuramente un bambino. Non c’era alcuna griglia di protezione e non c’erano neanche bombole d’ossigeno per situazioni d’emergenza come questa. Siamo riusciti a procurarci soltanto due maschere. Tuttavia, Neanche con la maschera riuscivo a vederlo se non mi mettevo a 15 centimetri da lui, una cosa incredibile”.
Ora, la testimonianza del bagnino getta nuove ombre su tutta la vicenda. La struttura si trova al momento sotto sequestro. Gli inquirenti hanno anche acquisito le immagini delle telecamere di sorveglianza.