La donna, 33 anni, secondo i giudici ha agito con “premeditazione, calcolo e malizia”. Ha avvelenato i piccoli con l’insulina: ora si indagherà su altri 4mila bambini con cui potrebbe essere venuta in contatto
Ergastolo senza condizionale per l’infermiera killer Lucy Letby. La donna, 33 anni, è stata dichiarata colpevole di avere ucciso sette bambini nati prematuri. Ha poi cercato di assassinarne altri sei. I fatti tra il 2012 e il 2016, al Countess of Chester Hospital, in Inghilterra. Il giudice James Goss ha letto la sentenza in diretta tv venerdì 18 agosto. Ha parlato di “premeditazione, calcolo e malizia” nelle azioni compiute da Letby. Ha poi aggiunto che queste hanno avuto un “impatto immenso” su molte famiglie.
Letby è la peggiore serial killer di bambini nella storia inglese moderna. Fatti che le sono valsi, appunto, l’ergastolo senza condizionale. Con le ultime indagini sono emersi retroscena ancora sconosciuti. Uno su tutti: alcuni dei bambini uccisi da Lucy Letby potevano essere salvati. Se solo i direttori ospedalieri e i medici suoi colleghi avessero dato più peso agli indizi, alle prove e ai “suggerimenti” seminati dalle parole e dalle azioni dell’infermiera killer. I medici non avrebbero infatti compreso appieno i risultati delle analisi del sangue di due neonati, curati a distanza di otto mesi. Quei dati avrebbero chiarito che qualcuno nel reparto stava avvelenando i bambini con l’insulina.
Ergastolo senza condizionale per Lucy Letby: “Quei bambini potevano essere salvati”
La ricostruzione delle forze dell’ordine ha evidenziato come medici e dirigenti fossero troppo coinvolti sentimentalmente per credere che la collega fosse una killer. Addirittura, per proteggerla, i superiori della Letby la trasferirono in un altro ufficio. L’infermiera fu poi reintegrata nel reparto neonatale. Alla fine, alcuni colleghi erano cosı̀ terrorizzati dall’averla vicino ai loro pazienti che hanno richiesto l’installazione di telecamere a circuito chiuso sull’unità. Solo nel 2017 i dirigenti si sono rivolti alla polizia. Ora si indagherà su altri 4.000 neonati con cui potrebbe essere venuta in contatto.
Il dottor Stephen Brearey, pediatra consulente responsabile dell’unità, ha accusato la direzione dell’ospedale di aver coperto la donna. Un suo collega, il medico televisivo Ravi Jayaram, ha detto che si sarebbero potute salvare delle vite se solo i dirigenti avessero reagito prima. Anche Jayaram crede che molti non abbiano agito per proteggere la reputazione dell’ospedale. Il dottor John Gibbs, un altro consulente pediatrico presso il ‘Chester’, ha dichiarato: “Negli 11 mesi prima che la polizia fosse coinvolta, dopo che abbiamo sollevato le nostre preoccupazioni, i dirigenti anziani erano estremamente riluttanti a coinvolgere la polizia, per discutere di ciò che stava accadendo. Abbiamo dovuto insistere“.
L’ospedale intanto commenta così: “Siamo grati per la collaborazione del nostro personale, in particolare di coloro che hanno mantenuto la massima professionalità pur fornendo prove nel processo, a volte in più occasioni. Continueremo a sostenere loro e altro personale per garantire che ricevano le cure e il supporto di cui hanno bisogno”.