Si chiama Hugo, pesa 4 chili ed è il primo bambino concepito tramite fecondazione post-mortem in Portogallo.
È nato mercoledì 16 agosto in un ospedale di Porto, ma questa storia inizia alcuni anni fa, precisamente nel 2019: in quell’anno il padre del piccolo, e che del piccolo portava lo stesso nome, Hugo, morì prematuramente al termine di una lotta coraggiosa contro il cancro.
Aveva solo 29 anni, e prima di andarsene espresse un ultimo desiderio: avere un figlio con la donna che amava, Ângela. Ecco perché chiese formalmente di congelare il proprio seme tramite la crioconservazione.
Cosa dice la legge
A questo punto però inizia un altro capitolo della storia, che riguarda la lotta giudiziaria di Angela Ferreira: la strada che l’ha portata a far nascere il piccolo Hugo infatti non è stata per niente facile, ma piena di ostacoli e cavilli burocratici.
La legge portoghese sulla procreazione assistita, emanata nel 2006, aveva posto un divieto netto alla fecondazione utilizzando il materiale genetico di un donatore deceduto.
Tuttavia, una contraddizione abbastanza paradossale emergeva tra le righe di quella norma: la restrizione sembrava applicarsi solo ai donatori di famiglia e non agli anonimi, i quali potrebbero già essere venuti a mancare. Questa ambiguità ha dato inizio a una lotta legale e sociale, condotta con straordinario coraggio e determinazione da Ângela, che si si è impegnata inizialmente nella raccolta di firme e ha scatenato un acceso dibattito sia a livello parlamentare che sociale. La donna ha promosso una “Iniziativa Legislativa dei Cittadini”, arrivando a raccogliere centomila firme; ciononostante, il Presidente della Repubblica Marcelo Rebelo de Sousa ha inizialmente respinto la richiesta.
Ne è seguito un dibattito pubblico molto serrato, con una parte politica che si opponeva strenuamente e l’altra che invece si è schierata subito dalla parte di Ângela, fino ad arrivare al novembre 2021, quando il Presidente portoghese ha inserito una modifica nella Legge sulla Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) che si riferiva proprio alla fecondazione post-mortem.
Ciò è possibile in pochi i Paesi, fra cui Grecia, India, Sudafrica, Spagna, Regno Unito, Israele, Australia e Belgio.
La battaglia di una singola persona ha quindi causato un enorme cambiamento in un intero Paese, che ha compiuto un importante passo in avanti nella normativa sulla fecondazione: pochi giorni fa la donna ha potuto finalmente abbracciare il suo Hugo, il figlio dell’uomo che amava.
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