Un terribile lutto ha colpito la Guardia di Finanza e il Corpo Nazionale Soccorso Alpino nella notte tra il 16 e il 17 agosto, quando 2 giovani finanzieri sono morti durante l’attività di addestramento alpino. Le 2 vittime, il 28enne Giulio Alberto Pacchione e il 30enne Lorenzo Paroni sono deceduti dopo essere precipitati nel vuoto durante un’arrampicata nelle Alpi Giulie Occidentali. La tragedia è avvenuta sul monte Mangart, a confine tra Italia e Slovenia.
Alla base del decesso, il possibile crollo della parete rocciosa che stavano scalando
I 2 finanzieri morti sulle Alpi erano considerati esperti scalatori ed entrambi erano usciti di caserma mercoledì mattina per risalire in cordata la via Piussi. L’allarme è scattato solo molte ore dopo, quando i 2 ragazzi non sono rientrati in caserma all’ora stabilita. Intorno alla mezzanotte i soccorsi hanno rinvenuto l’auto di servizio dei 2 parcheggiata al rifugio Zocca e verso le 2 di notte i loro corpi, senza vita sono stati trovati alla base della parete che stavano scalando. Ancora al vaglio degli inquirenti le ragioni della morte dei 2 giovani finanzieri, ma da quanto emerge dalle indagini, sembrerebbe che i 2 siano precipitati per diversi metri, in seguito al crollo di una parte della parete che stavano scalando.
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I corpi dei 2 finanzieri morti in montagna, sono stati recuperati in mattinata
I 2 ragazzi facevano entrambi parte della stazione di Cave del Predil del Corpo nazionale Soccorso Alpino. Lorenzo, originario di Montereale Valcellina, era già tecnico del Soccorso Alpino e stava per diventare Guida Alpina. Giulio, invece, originario della provincia di Teramo, era un maestro di sci e aspirante soccorritore. Il recupero delle salme dei 2 finanzieri morti, ancora legate in cordata, è avvenuto questa mattina alle 8:30. Appresa la triste notizia, il capostazione di Cave del Predil del Soccorso Alpino ha voluto esprimere il suo cordoglio per i 2 ragazzi tragicamente deceduti. “Erano due bravissimi alpinisti. Tutto ciò che si può dire di buono su di loro anche come persone va detto. Aggiungo che per me erano come due figli”.