“Mi chiamo Mohammed, schiavo di Allah.”
Queste le parole che hanno gettato nel panico passeggeri ed equipaggio dell’aereo costretto poi all’atterraggio di emergenza.
È successo sul volo MH122, partito da Sydney e diretto a Kuala Lumpur: il pilota è stato costretto a tornare in Australia quando un 45enne ha detto queste parole agli assistenti di volo e agli altri passeggeri: “Mi chiamo Mohammed, schiavo di Allah. Sei uno schiavo di Allah?”.
Nel video, registrato da uno dei presenti e poi pubblicato sui social, si vede Mohammed che si rivolge ad un altro passeggero dicendo: “Mi chiamo Mohammed, schiavo di Allah. Mi chiamo Mohammed, schiavo di Allah. Sei uno schiavo di Allah? Lo sei? Dillo, dillo. Sei uno schiavo di Allah? Ascoltami”.
Secondo i racconti di un’altra persona che in quel momento si trovava lì, dopo le minacce lo “schiavo di Allah” ha anche “aperto la cerniera dello zaino, ci ha messo dentro le mani, ha detto di avere qualcosa di pericoloso dentro urlando a squarciagola proprio accanto al mio posto”.
Come constatato dall’equipaggio, in realtà nello zaino non c’era niente di pericoloso.
L’arresto
L’uomo, un 45enne, ha anche urlato ripetutamente a poca distanza dal volto di un assistente di volo, come documenta un altro video girato poco dopo il primo.
Alla fine Mohammed è stato arrestato dalla polizia federale australiana (AFP), mentre gli altri passeggeri venivano evacuati in sicurezza.
“Tutti sono scesi dall’aereo sani e salvi e sono entrati in una sala d’attesa” ha assicurato uno dei presenti tramite il suo account Twitter.