L’episodio ha avuto un epilogo tragico: è successo a San Giovanni Teatino, nella provincia di Chieti, dove un uomo di 35 anni ha perso la vita dopo un intervento da parte dei carabinieri che hanno utilizzato il taser (noto anche come “pistola elettrica”) per fermarlo.
L’uomo, apparentemente afflitto da disturbi psichiatrici, è stato avvistato mentre correva completamente nudo per le vie della città, manifestando chiari segni di confusione mentale. Preoccupati che potesse mettere a repentaglio la sua vita dirigendosi verso la linea ferroviaria vicina, è stato richiesto l’intervento delle forze dell’ordine al fine di prevenire qualsiasi incidente.
Sul posto sono arrivati i carabinieri ma, nonostante il tentativo di immobilizzarlo, l’individuo avrebbe continuato a manifestare un comportamento agitato. A quel punto uno degli agenti ha utilizzato il taser.
In seguito, il personale medico del servizio di emergenza 118 è intervenuto con un’ambulanza, somministrando un sedativo con l’obiettivo di calmare il trentacinquenne. Purtroppo, prima che potesse essere trasportato in ospedale, l’uomo è deceduto.
La circostanza della morte solleva una serie di interrogativi e sconcerto: la procura della Repubblica ha avviato un’inchiesta per fare luce su quanto accaduto. La responsabilità delle indagini è affidata alla procuratrice Marika Ponziani, il cui compito sarà determinare se il decesso sia stato causato dalla scarica elettrica del dispositivo, dalla somministrazione del sedativo o da altre cause ancora sconosciute.
Cos’è il taser
Il taser, strumento che rilascia scariche elettriche capaci di immobilizzare il soggetto, è uno strumento controverso: il suo utilizzo è consentito solo ai cittadini che possiedono una licenza di porto d’armi e può essere usato solamente per fini di autodifesa legittima.
Le forze dell’ordine possono impiegarlo, ma con restrizioni in termini di proporzionalità rispetto al pericolo affrontato.
È importante notare che il taser è considerato un’arma a tutti gli effetti, come afferma anche Amnesty International, che riporta oltre mille decessi negli Stati Uniti correlati all’uso di questo dispositivo nel corso di due decenni.
L’intera vicenda suscita dibattiti sulla regolamentazione dell’uso di strumenti come il taser da parte delle forze dell’ordine e solleva interrogativi sulle misure di sicurezza e il benessere delle persone affette da disturbi mentali in situazioni simili.