Il 53enne Claudio De Luca, chef internazionale, si ritrova “sequestrato in casa” per l’ostacolo più grande di qualsiasi barriera architettonica: la burocrazia italiana
Claudio De Luca è un disabile bloccato incasa da un mese ormai. Per colpa della burocrazia e delle lungaggini delle aziende sanitarie locali. De Luca è affetto da una patologia rarissima, circa 100 casi in tutto il mondo. Una particolare forma di distrofia con cui convive ormai da venti anni. Ex chef italiano a New York e a Chicago, ormai si sente “sequestrato in casa”. Tutto per colpa di una sedia a rotelle elettrica guasta che l’Asl non va a riparare da settimane.
“Ho chiamato direttamente il tecnico della Roma 1 che mi ha detto ‘le faremo sapere’. Io sto ancora aspettando”, spiega il 53enne. Ormai è passato un mese, ma dei tecnici ancora non c’è traccia. E lui è ancora bloccato nel suo appartamento, in un’estate da incubo. Un disabile bloccato in casa da un mese sembra non interessare a nessuno.
Disabile bloccato in casa da un mese, l’Asl latita: cos’è successo
La sedia a rotelle automatizzata permette all’uomo di vivere una vita autonoma e di spostarsi per Boccea, il suo quartiere. Un primo guasto, il tentativo di ripararla. Che però finisce ancora peggio, con lo strumento che si rompe definitivamente. Ed è così che Claudio si ritrova prigioniero in casa sua. “Ho immense difficoltà a vivere – dice – Il bracciolo della sedia a rotelle è rotto ed è pericoloso non solo andare in giro, ma anche spostarmi per andare in bagno o al letto”.
De Luca ha iniziato così a chiamare, ma sarebbe meglio dire combattere, con la Asl. “Sono rimasto sotto il sole di luglio bloccato con la carrozzina, con pacemaker e defibrillatore. Una situazione davvero incredibile – dice – Oggi non mi posso più muovere in sicurezza perché il mezzo non funziona”. Se la sedia funzionasse, lui sarebbe totalmente autonomo, tanto che vorrebbe aprire un nuovo locale con la moglie. Non sarebbe affatto un disabile bloccato in casa da un mese. Le sue qualità da chef, del resto, negli Stati Uniti se le ricordano ancora. Ma la burocrazia sembra essere insormontabile più di ogni barriera architettonica.
“Mi hanno detto che sono oberati di lavoro e che i tempi sono lunghi – prosegue lo chef – In estate è ancora più importante fare interventi tempestivi perché altrimenti chi ha una disabilità è praticamente sequestrato in casa. Le ho tentate tutte, anche chiedere aiuto ad esperti esterni, tecnici che riparano mezzi del genere. Mi sono sentito dire che il danno si è creato perché l’ho usata troppo. Io, su quella carrozzina, ci vivo: ci passo, mio malgrado, intere giornate e cerco di spostarmi da una parte all’altra per continuare la mia vita”.