Finora l’uomo era rimasto in stato di libertà

Ha investito e ucciso il 13enne Chris Obeng Abom, a San Vito di Negrar, in Valpolicella, prima di darsi alla fuga: nella mattinata di oggi, il 39enne Davide Begalli è stato posto agli arresti domiciliari.
L’uomo dovrà rispondere alle accuse di omicidio stradale, fuga in caso di incidente, e omissione di soccorso.
Dopo l’incidente, l’operaio si era dato alla fuga, mentre il giorno dopo si era presentato regolarmente al lavoro. Fino a questo momento, l’uomo era rimasto indagato, in stato di libertà.
Tuttavia, la pm Elvira Vitulli, che coordina le indagini, ha emesso la misura cautelare.

Se soccorso immediatamente, Chris poteva essere salvato

Dopo l’incidente avvenuto nella notte del 31 luglio in Valpolicella, il conducente aveva lasciato il giovane a terra, agonizzante sull’asfalto. Chris era stato dichiarato morto il mattino seguente in ospedale: secondo i medici, il 13enne avrebbe potuto essere salvato, se solo fosse stato soccorso subito dopo l’incidente.
Grazie al supporto delle camere di videosorveglianza, Davide Begalli è stato intercettato mentre si recava al lavoro, in un cantiere edile della Valpolicella, alla guida dell’auto pirata che ha travolto Chris, con il parabrezza sfondato e diversi danni al cofano.
Fermato dagli agenti, l’operaio aveva ammesso di essere alla guida della vettura, ma di non essersi accorto di nulla.
Versione che non ha convinto gli inquirenti: il pm ha dunque disposto gli arresti domiciliari per il pirata della strada.

Chi era Chris Obeng Abom, il 13enne investito e ucciso dall’auto pirata

Chris Obeng Abom avrebbe compiuto 14 anni a settembre: grande appassionato di calcio, militava in una delle squadre giovanili del Negar, provincia di Verona.
I genitori vivono in Italia da una ventina d’anni: il padre lavora come operaio in un’azienda metalmeccanica.
La tragica e improvvisa scomparsa di Chris ha gettato nello sconforto l’intera famiglia, che ora attende che venga fatta giustizia.
Anche il governatore della Regione Veneto Luca Zaia aveva commentato la tragedia. “Se l’investitore si fosse fermato e avesse chiamato i soccorsi forse l’epilogo per questo ragazzo sarebbe stato diverso e magari oggi non saremmo qui a piangere l’ennesima giovane vita stroncata su una strada. Quanto accaduto è inaccettabile” – aveva detto Zaia.

Continua a leggere su Chronist.it