Secondo quanto si apprende nelle ultime ore, Mario Impellizzeri, il 59enne che ieri ha ucciso la ex moglie con tre colpi di pistola a Troina, vicino Enna, aveva già minacciato più volte di farlo, specificando anche il modo in cui l’omicidio sarebbe avvenuto.

Ma Mariella Marino, questo il nome della donna, era stata abbastanza coraggiosa da denunciarlo. Purtroppo però questo non è servito a evitare il delitto, l’ultimo tratto di un’inaccettabile scia di sangue: secondo gli ultimi dati, infatti, il 2023 ha registrato una media di quasi 8 femminicidi al mese.

Circa un anno fa la donna, incoraggiata dai tre figli, aveva già lasciato il marito, proprio a causa dei comportamenti violenti di quest’ultimo. Il 59enne aveva allora iniziato a tormentare la donna, minacciando per mesi di spararle non appena ne avesse avuto l’occasione.

La denuncia e il mancato arresto

Mariella Marino aveva deciso di affidarsi alla giustizia, con una denuncia per atti persecutori che era arrivata durante lo scorso autunno: Impellizzeri aveva però patteggiato una condanna a 8 mesi e non era mai stato arrestato. La pena risultava infatti sospesa perché il condannato stava seguendo un percorso di riabilitazione in un centro contro la violenza sulle donne.

Elvira Gravagna, ex avvocata del killer, ha dichiarato al Corriere della Sera: “’L’ho visto fino a venerdì scorso e gli ho ripetuto per l’ennesima volta di stare lontano dalla ex moglie per non vanificare il percorso che stava facendo e non rischiare di complicare la sua posizione. Mi ha rassicurato, mi sembrava tranquillo.”

Ieri, dopo essere stato trovato a casa sua con il sangue della vittima addosso, Impellizzeri non ha opposto resistenza e ha consegnato l’arma del delitto, poi è stato arrestato con l’accusa di omicidio aggravato. Davanti ai pm, l’uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere.

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