La 24enne, con un tasso alcolemico tre volte superiore al consentito, aveva travolto e ucciso il 18enne che stava camminando su un marciapiede, schiacciandolo contro il muro di un edificio
Chiara Silvestri, accusata di omicidio stradale aggravato, è stata condannata a 5 anni di reclusione per aver investito e ucciso Francesco Valdiserri, a Roma, la notte del 19 ottobre del 2022.
La 24enne, giudicata in rito abbreviato, al momento dell’incidente era ubriaca.
Aveva un tasso alcolemico tre volte superiore al consentito.
Francesco, appena 18 anni, stava camminando in compagnia di un suo amico, quando improvvisamente è stato travolto dall’auto guidata dalla ragazza. Silvestri era uscita fuori strada mentre percorreva via Cristoforo Colombo.
La vittima era rimasta tragicamente schiacciata contro il muro di un edificio.
Nonostante i soccorsi, Valdiserri è morto poco dopo.
Mentre il suo amico era rimasto ferito.
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La dinamica della tragedia
Durante il processo, è stata ricostruita la dinamica dell’incidente costato la vita al giovane Francesco Valdiserri: sia Chiara Silvestri, che l’amico con il quale si trovava avevano bevuto.
La 24enne, inoltre, viaggiava ad almeno 80 km/h, in un tratto di strada in cui il limite è di 30 km/h.
L’accusa nei confronti della 24enne era di omicidio stradale aggravato dallo stato di ebrezza.
Chiara Silvestri e la condanna a “soli” 5 anni: ecco perché
La scelta del rito abbreviato è solitamente legata a due specifici casi.
Quando l’impianto accusatorio è talmente solido che la condanna è garantita, o quando di contro le prove raccolte dall’accusa non sono sufficienti a confermare la responsabilità dell’imputato.
Dunque, come strategia difensiva, si tende a “interrompere” le indagini chiedendo di procedere immediatamente con il processo sulla base degli elementi raccolti sino a quel momento.
Per reati di questo genere, la condanna per i guidatori con un tasso alcolemico superiore agli 1,5 grammi per litro va da 8 a 12 anni di reclusione. Il rito abbreviato prevede la riduzione della pena di un terzo. Dunque, i giudici l’hanno condannata appunto a 5 anni di carcere.
Inoltre, il gup ha disposto anche 800mila euro di provvisionali per la famiglia Validserri, parte civile nel processo. 300mila euro per la madre e per il padre e 200mila per la sorella.