Dopo quasi una settimana dalla confessione di Alessandro Impagnatiello, solo oggi, 6 giugno, i carabinieri hanno ritrovato i documenti di Giulia Tramontano. Il 30enne che nella notte del 1 giugno aveva confessato di aver ucciso la ragazza, aveva rivelato di aver buttato in un tombino i documenti della 29enne, per inscenare una fantomatica fuga. Sotto indagine anche dei coltelli dell’appartamento che potrebbero essere l’arma del delitto.

Il killer aveva gettato documenti e bancomat di Giulia Tramontano, per depistare le indagini

Ai carabinieri, domenica 28 maggio, il barman aveva raccontato che la fidanzata era sparita e aveva portato con sé documenti e bancomat. Tutte prove fornite dall’omicida per inscenare la sparizione della ragazza e depistare le indagini. Tuttavia, nella giornata odierna, i carabinieri seguendo le tracce fornite dallo stesso Impagnatiello, sono riusciti a rinvenire i documenti di Giulia Tramontano.

I carabinieri hanno rinvenuto i documenti in un tombino della metropolitana di Milano, ancora assente il cellulare

La Sezione Investigazioni Scientifiche dei carabinieri di Milano li ha ritrovati all’interno di un tombino del parcheggio della metropolitana Comasina di Milano. Al momento, invece, è ancora assente lo smartphone della ragazza, che secondo le parole del reo confesso, sarebbe stato gettato nel medesimo tombino, insieme ai documenti.

Sotto esame dei coltelli che secondo la confessione di Impagnatiello, rappresenterebbero l’arma con cui ha ucciso Giulia Tramontano

Intanto da mezzogiorno, le forze dell’ordine sono di nuovo a lavoro nell’abitazione di via Novella a Senago, in cui è avvenuto il delitto. Sotto la lente d’ingrandimento delle indagini dei coltelli che secondo le testimonianze del 30enne, dal carcere di San Vittore, sarebbero stati usati per commettere l’atroce omicidio. Gli esami che verranno svolti sulla possibile arma del delitto potranno chiarire dei punti ancora oscuri della vicenda. La confessione di Impagnatiello, infatti, non convince del tutto gli inquirenti.

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