Secondo i legali del fidanzato della vittima, Saman Abbas sarebbe stata ingannata da sua madre. La sera del 30 aprile 2021 Saman Abbas, 18enne di origini pakistane, scompare da Novellara, paesino situato tra le campagne di Reggio Emilia, dalla casa in cui vive la sua famiglia e dove fino a qualche tempo prima abitava anche lei.
A lanciare l’allarme è Saqib Ayub, il fidanzato, che il giorno dopo, non ricevendo più notizie dalla giovane, si rivolge ai carabinieri. I militari scoprono che Saman, ancora minorenne, era stata allontanata da casa perché i genitori volevano costringerla a un matrimonio combinato con un cugino in Pakistan.
La svolta alle indagini la dà il fratello di Saman che viene fermato il 10 maggio 2021 a Imperia, durante un controllo di polizia, mentre è in compagnia dello zio. Quest’ultimo viene lasciato andare perché non c’è ancora alcun mandato di cattura: l’ipotesi di omicidio infatti non è stata ancora formulata. Il 16enne viene invece accompagnato in una struttura protetta prima di essere ascoltato dagli inquirenti.
È lui a raccontare dell’omicidio: “L’ha uccisa mio zio – spiega in lacrime – l’ha strangolata. Però non so dove ha messo il corpo. Mia sorella è fuggita di casa più volte, siamo stati criticati dai nostri connazionali, i miei parenti dicevano che bisognava ucciderla”. Il suo cadavere viene ritrovato più di un anno dopo in un casolare abbandonato a meno di un chilometro di distanza dalla casa della famiglia Abbas.
Il ruolo centrale della madre di Saman Abbas: “Era una trappola e ha funzionato”
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In questi giorni, i legali di Saqib hanno svelato dettagli che potrebbero dare un’ulteriore svolta alle indagini. Infatti, in un’intervista al Resto del Carlino, l’avvocata Barbara Iannuccelli e il collega Claudio Falleti hanno commentato le immagini emerse dai cellulari del giovane e dello zio Danish. Le foto ritraggono Saman solare e spensierata, tuttavia la giovane era consapevole di essere ancora in pericolo.
“Si cerca di spostare il baricentro sulle negligenze delle istituzioni – ha sentenziato Iannuccelli. “La cosa che non si è capita però è che Saman era anche stata convinta dalla mamma che se fosse tornata a casa tutto sarebbe stato accettato e le minacce contro la famiglia di Saqib sarebbero cessate”. Il ruolo centrale della madre di Saman: “Era una trappola e ha funzionato”.
La madre aveva spinto per “un futuro insieme” tra lei e Saqib
Dunque, secondo la legale, la mamma avrebbe teso una vera e propria trappola nei confronti della figlia. Nel tentativo di difendere il fidanzato e la mossa avrebbe funzionato. Iannuccelli ha poi spiegato come Saman era tornata a casa per fermarsi e non per una rapida sosta: infatti, con sé aveva portato i libri per studiare e i suoi vestiti.
E addirittura, prima di rientrare a Novellara, la ragazza aveva anche comprato l’abito da sposa con i pochi risparmi messi da parte. “Lei e Saqib avevano programmato il loro futuro insieme”, spinti anche dalle rassicurazioni della madre Nazia Shaheen. “Non avevano consultato nessuno, altrimenti sarebbero stati dissuasi. Chiunque avrebbe sconsigliato loro di tornare a Novellara”, ribadisce la legale, che aggiunge: “Erano sicuri che tutto fosse finito perché la mamma di Saman glielo aveva garantito”.
“La mamma ha svolto un ruolo centrale in questa vicenda. Mezz’ora prima di essere uccisa, Saman era lì che giocava a nascondino con lei in abiti tradizionali. La cosa sconvolgente è che lei si fidava”, continua la legale.
L’ultima chat prima della tragedia
L’ultimo messaggio su Instagram, Saman lo aveva inviato a Saqib. Intorno alle 23:30, il giovane le aveva chiesto se ci fossero novità circa i documenti necessari per partire alla volta della Francia. La 18enne aveva risposto che il 4 maggio glieli avrebbero riconsegnati e i due sarebbero tornati finalmente insieme.
“Sembrava tranquilla”, dichiara la legale, “ma aveva udito un vocale inviato da uno zio in Pakistan alla madre”. L’ordine era chiaro: “Bisogna ucciderla, così non scapperà più”.
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