Lavinia era una bambina dolce, buona, un essere indifeso come tutti i piccoli della sua età: dal 7 agosto del 2018, però, la sua vita è cambiata irrimediabilmente in seguito ad un grave incidente con un risarcimento “improponibile” di un euro. La bimba, che all’epoca dei fatti aveva solo 16 mesi, si trovava presso la scuola materna di Velletri, sui Castelli Romani, ma quella che sembrava una giornata come le altre si è trasformata in un incubo, soprattutto per i suoi genitori che sono stati intervistati ai microfoni di Fanpage.it, in occasione del suo sesto compleanno.
Lavinia, il ricordo di quel tragico 7 agosto 2018 da parte dei genitori: la ricostruzione
“Intorno alle 10 di mattina – racconta la coppia ancora scossa nel ricordare quella terribile giornata – è arrivata la telefonata che nessun genitore vorrebbe mai ricevere: la maestra ci ha comunicato che nostra figlia Lavinia era stata investita da una macchina mentre era in sua custodia. Abbiamo scoperto poi che la piccola, con ogni probabilità, si trovava da sola in quel momento: il processo dovrà accertare il perché si trovasse da sola, visto che non era autonoma e gattonava appena”.
Dopo la disperata corsa in ospedale, alla piccola erano state date speranze di vita praticamente nulle. “I medici ci hanno detto che avrebbe sopravvissuto 24, al massimo 48 ore: o in alternativa che sarebbe rimasta nelle condizioni in cui versa ora, ossia in stato vegetativo”. Lavinia è rimasta in ospedale per i sei mesi successivi, ma le sue condizioni non sono migliorate di molto: “La sua è una condizione permanente”, afferma la madre, distrutta dal dolore.
Come sta oggi Lavinia
Oggi la bimba si trova a casa, ma necessita di cure quotidiane. La sua cameretta è attrezzata come quella di un ospedale. Circondata da peluche, giochini, macchinari che le permettono di respirare, medici, fisioterapisti, infermieri e dall’affetto smisurato dei suoi genitori e dei suoi fratelli. Il team di medici e infermieri la supporta 12 ore su 24, che, secondo i genitori, non sono sufficienti. In quanto necessiterebbe di un’assistenza di natura ospedaliera, “che non c’è e non ci sarà mai”.
Oggi Lavinia compie 6 anni. I genitori si augurano di avere giustizia in un processo che, per il momento, non ha ancora dato una risposta sul colpevole di questa tragedia. Che si poteva e si doveva evitare. Sul banco degli imputati ci sono la maestra, con l’accusa di abbandono di minore e la donna che ha investito la piccola, madre di un bambino che frequentava lo stesso asilo, imputata per lesioni gravissime. La stessa donna, in una delle udienze che si sono susseguite negli anni, ha ammesso di aver visto un fagotto rosa sull’asfalto, di non aver visto nessuno nel parcheggio e di aver urlato, dopo aver realizzato il tragico incidente.
Non è dello stesso avviso l’ingegner Andrea Calcaginini, esperto di infortunistica stradale in ambito forense, che sta aiutando la famiglia Montebove a ottenere giustizia. “La donna avrebbe potuto evitare la bambina, notandola almeno nella fase iniziale della manovra di svolta aa destra”. La maestra, alla quale era affidata la custodia di Lavinia, si è giustificata confessando che stava accompagnando un altro bambino in bagno, l’ha dunque persa di vista per pochi secondi, quando si è accorta che il cancelletto era aperto. Le due donne, la maestra e la conducente, si sono dunque precipitate in macchina per portare Lavinia in ospedale.
Versioni contraddittorie
Ad infittire il caso vi sono altri elementi che fanno accrescere la rabbia dei genitori della piccola. Infatti, la struttura nella quale si trovavano i bambini, si è rivelata essere non a norma. Inoltre, una terza donna, ascoltata dagli inquirenti, è stata accusata di falsa testimonianza, forse per difendere la sua amica maestra.
La stessa, madre di un altro bimbo, ha dichiarato in tribunale di essere arrivata all’asilo proprio quando le due donne stavano lasciando la struttura in direzione ospedale: le due le avrebbero detto di sorvegliare momentaneamente gli altri alunni. La donna, tuttavia, avrebbe invece incrociato le due donne per strada, lasciando invece i bambini da soli e tornando sul suo posto di lavoro.
Lavinia, quel risarcimento da un euro per l’incidente
Nelle testimonianze ci sarebbero due versioni contraddittorie, cambiate, secondo la madre di Lavinia, “per difendere la maestra che è sua amica”. La famiglia Montebove, grazie al supporto dei suoi legali, ha dunque deciso di denunciarla per falsa testimonianza: la donna è attualmente imputata.
Come se non bastasse, il risarcimento che è stato offerto ai genitori di Lavinia è “improponibile”, come lo definisce la madre della piccola coinvolta nell’incidente.
“Ci hanno offerto un euro: questo non soddisfa alcun bisogno, se non quello di un caffè. È un’offesa, nessuna vita può valere un euro, neanche una spezzata come quella di Lavinia”, aggiunge Laura. “Nessuno si arricchisce, ma è necessario a Lavinia per vivere”, conclude.
Oggi Lavinia compie 6 anni, il quinto compleanno passato in una stanzetta, continuamente sottoposta a cure mediche: l’augurio è che, un giorno, questa storia avrà un colpevole e Lavinia potrà finalmente ottenere tutto ciò che merita: giustizia.