Un altro miracolo dei soccorritori in Turchia: un bimbo di appena due mesi ha resistito al disastro e, dopo oltre 5 giorni, è stato estratto vivo dalle macerie del terremoto. 128 ore lunghissime ore, dopo le quali è stato tratto in salvo il piccolino in provincia di Hatay.

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Estratto vivo dalle macerie del terremoto in Turchia dopo 128 ore: il miracolo del bimbo di 2 mesi sopravvissuto dal distretto di Antakya, provincia meridionale di Hatay; gli aggiornamenti del sisma di magnitudo 7.5 dello scorso 6 febbraio, morti, VIDEO

A condividere la notizia è un utente Twitter che battezza il piccolo come “eroe del giorno”. Nelle immagini, già virali, il giovanissimo appare felice e in salute dopo essere stato lavato e aver consumato “un delizioso pranzo”.

Non è l’unico miracolo avvenuto in Turchia dopo il terremoto che ha colpito il meridione del Paese e il nord della Siria lo scorso 6 febbraio. Nonostante il tempo che passa, e quindi le speranze di estrarre vivi i corpi diminuiscono, da entrambi i Paesi stanno arrivando notizie incoraggianti. Nelle ultime ore sono stati estratti anche altri piccoli. Si tratta di una bambina di appena due anni, un altro di quattro anni insieme al papà, uno di 8 anni – dopo 152 ore dal terremoto – e una di 10 anni dopo 147 ore. Salvata anche una donna incinta di sei mesi.

I salvataggi in Turchia dopo il terremoto del 6 febbraio: i miracoli si alternano al drammatico bilancio delle vittime. Gli ultimi salvataggi riguardano una donna di 40 anni, estratta dopo 170 ore in seguito al crollo dell’edificio di ben 5 piani, e altre cinque persone. Tuttavia, i dati del disastro aumentano considerevolmente. Si contano in totale 41mila morti, di cui 31.700 circa solo in Tuchia.

Inoltre, dai dati diffusi dalle Nazioni Unite, quasi un milione di persone ha bisogno di cibo. E, secondo l’Unhcr, 5,3 milioni di cittadini sarebbero rimasti senza abitazione in Siria. L’Oms riferisce che 26 milioni di persone colpite dal terremoto, necessitano di aiuto immediato. La situazione in Siria era stata denunciata anche da alcuni cittadini, spiegando che si tratta di una condizione che riguarda tutto il Paese.

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