Un altro miracolo, stavolta dalla Turchia: i soccorritori hanno estratto un neonato di dieci giorni dalle macerie del terremoto. Le speranze di trovare sopravvissuti si affievoliscono pian piano ma nelle ultime ore ci sono state delle storie a lieto fine. Ultima, proprio quella che riguarda il piccolino trovato insieme a sua mamma.
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Terremoto in Turchia: neonato estratto vivo dalle macerie insieme a sua mamma; numero delle vittime, morti, aggiornamenti
Al momento il bilancio delle vittime della tragedia che ha colpito la Turchia e la Siria lo scorso 6 febbraio, è arrivato a 24 mila. In Turchia i morti sono saliti a 20.665, con 80.088 feriti, in Siria invece le vittime accertate sono 3.513, ma i numeri sono in continuo aumento. Ogni tanto, però, tra tanto dolore, arriva qualche bella notizia.
Tra queste, proprio quella relativa al neonato di 10 giorni estratto vivo dalle macerie insieme a sua madre dopo ben novanta ore dal sisma. Il piccolo si chiama Yagiz, è stato trovato dai soccorritori tra i resti di un palazzo nella città di Samandag, nella provincia di Hatay. L’immagine del neonato è stata pubblicata dal sindaco di Istanbul, Ekrem Imamoglu, ed in pochi minuti è diventata virale sul web, facendo il giro del mondo.
Neonato di dieci giorni estratto vivo dalle macerie del terremoto in Turchia: gli altri salvataggi dei soccorritori. La foto raffigura il neonato appena estratto avvolto da una coperta di lana, in braccio ai suoi salvatori prima di essere trasferito in ospedale. Quella di Yagiz non è l’unica storia di speranza. Sempre nella provincia di Hatay, nel distretto di Antakya è stata estratta viva una bambina di due anni dopo 122 ore, mentre dopo 125 ore i soccorritori hanno salvato una donna anziana di 83 anni nella provincia di Anadolu.
Dalla città di Kahramanmaras, ci arriva la storia di un giovane di 16 anni estratto dopo 119 ore dal terremoto. Nelle immagini, il ragazzo è apparso in buone condizioni di salute e sorridente mentre lo portavano via in barella, abbracciato dai suoi cari. I soccorritori hanno raccontato che prima di salvarlo hanno setacciato il posto in lungo e in largo perché sentivano la sua voce ma non riuscivano ad estrarlo.
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