“Fino a stanotte ero incensurato, poi non so che è successo”: sono le prime parole di Matteo Messina Denaro dal supercarcere “Le Costarelle dell’Aquila”. Il boss mafioso, arrestato dopo trenta anni di latitanza, ha messo piede in carcere all’1,20 del mattino di ieri ed è apparso piuttosto a suo agio sebbene si trattasse della sua “prima volta” dietro le sbarre.

Messina Denaro si è concesso qualche battuta e, a chi gli chiedeva quali precedenti avesse, il boss ha risposto ironicamente: “Sono incensurato, non so perché sono qui”. Alla domanda: “Residenza?”. Ha risposto: “Non ho mai avuto una residenza”. “Siccu”, così com’è soprannominato, ha risposto ai quesiti della psicologa in totale serenità e si è sottoposto alla visita, dalla quale non sarebbe emersa alcuna criticità.

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Il boss mafioso si trova nel supercarcere “Le Costarelle” a L’Aquila: sarà in regime di 41 bis. La cella del 60enne, di quattro metri per tre, non ha fornelli per cucinare per motivi di sicurezza: il boss mangerà, per due volte al giorno, il cibo che gli forniranno gli agenti. La stanza di detenzione ha un bagno angolare ed è dotata di letto, mobiletto e tavolo, tutto rigorosamente inchiodato a terra.

Per le sedute chemioterapiche, Matteo Messina Denaro si appoggerà all’ospedale San Salvatore dell’Aquila, nel reparto dedicato ai 41 bis. Tuttavia, il dopo la riunione che si terrà oggi con il primario Mutti, si valuterà l’eventualità di trattare il detenuto direttamente nel carcere senza trasferirlo all’esterno della struttura, ancora per motivi di sicurezza. “Meglio non sottoporre gli agenti a rischi e sforzi per evitare che venga bucata la rete di protezione come è accaduto in passato – ha specificato Leo Beneduce dell’Osapp – se Messina Denaro è il capo della mafia, al di là dell’abnegazione degli agenti, lo resta anche in carcere”.

Il boss non avrebbe chiesto giornali o libri. “I carabinieri del Ros e del Gis mi hanno trattato con grande umanità”, ha scritto su un appunto all’aeroporto di Boccadifalco, prima di raggiungere il supercarcere in Abruzzo. Il 60enne sarà difeso da Lorenza Guttadauro, sua nipote, come ha annunciato la penalista, figlia della sorella di Messina Denaro, Rosalia.

Domani si terrà un’udienza nell’aula bunker di Caltanissetta, dove il boss è imputato per le stragi di Capaci e via D’Amelio. Il 60enne ha una figlia, Lorenza, avuta con Francesca Alagna, unica compagna riconosciuta dal boss. Da latitante ha avuto altri due figli: una ragazza e Francesco. Secondo quanto emerso, avrebbe chiuso le porte ad una collaborazione con lo Stato: “Non voglio collaborare”.

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