Costantino Bonaiuti ha aperto il fuoco all’esterno del locale “Brado”, in un quartiere di Roma, ha ucciso l’ex compagna, Martina Scialdone, poi è tornato nella sua abitazione di Fidene dicendo alla moglie di aver accidentalmente un colpo di pistola. Il tutto è avvenuto nell’arco di trenta minuti, circa il percorso dal ristorante a casa. Martina è morta all’esterno del locale: era un’avvocata di 35 anni e in quei concitati minuti aveva paura, si era anche nascosta in bagno.

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Costantino Bonaiuti ha ucciso l’ex compagna Martina Scialdone con un colpo di pistola, poi ha chiamato la moglie: “Mi è partito un colpo”

Nel tragitto dal ristorante fino a casa, il 61enne ha chiamato la moglie al telefono. Le ha detto di essere stato in compagnia di un’amica di famiglia. Poi: “Mi è partito un colpo”. La ricostruzione l’ha fornita la moglie di Bonaiuti, raccontando i passi antecedenti alla tragedia alle forze dell’ordine. La donna ha detto che il marito era uscito intorno alle ore 21.30 per un imprecisato appuntamento con una persona di comune conoscenza.

Uccide l’ex compagna Martina Scialdone, poi torna a casa: la ricostruzione degli ultimi minuti di vita dell’avvocata 35enne. Dopo la chiamata, l’uomo è arrivato a casa a mezzanotte circa e, pochi minuti dopo, sono sopraggiunti i carabinieri per perquisire l’appartamento e sequestrare tutte le armi. Costantino è stato poi trasferito in caserma. Da chiarire il rapporto tra i due coniugi, sebbene non rilevante per le indagini. Adesso l’uomo è in arresto, mentre Martina Scialdone non c’è più.

Apre il fuoco e uccide l’ex compagna Martina all’esterno del locale “Brado” di via Amelia: Martina era terrorizzata. La donna è morta all’istante e se n’è andata con il terrore, temendo che quella sera non sarebbe finita bene. Per questo si era nascosta nel bagno del ristorante prima di essere invitata ad abbandonare il “Brado” dal titolare. Quando i due sono usciti, si è sentito lo sparo e il ristoratore ha chiamato il 112, ma era già troppo tardi.

Martina Scialdone, la ricostruzione del fratello e le parole dell’amica: età della vittima, ristorante, ex compagno, fratello, avvocato

Martina era un’avvocata ed è morta venerdì sera, 13 gennaio, uccisa da un colpo di pistola. A sparare è stato l’ex compagno, Costantino Bonaiuti.

Le parole del fratello della vittima, Lorenzo. “Mi aveva chiamato intorno alle 23 per andarla a prendere, poi poco dopo che sarebbe tornata da sola. Aveva un tono agitato. Ho capito che il motivo per cui stavano litigando era perché lei gli aveva detto che doveva lasciarlo”. Il familiare ha preferito restare nei paraggi e fare un paio di giri del palazzo per controllare la situazione.

“L’ho richiamata e ho sentito la voce di Costantino che diceva che Martina lo stava cornificando”. I due erano già usciti dal locale, Costantino era in auto e la 35enne lo raggiungeva con passo agitato, intenta a riprendersi le chiavi di casa. “Quando è uscito dalla macchina, lui la tratteneva per un braccio e io mi sono messo in mezzo, cercando di dividerli per portare via Martina”.

Uccisa dall’ex compagno, il fratello di Martina Scialdone ha visto tutto. “Nel momento in cui sono riuscito a dividerli, lui ha tirato fuori la pistola e ha sparato. Non ho visto quando ha estratto l’arma. È durato una frazione di secondo, ho visto che puntava all’altezza del petto e poi ha sparato. Ero a distanza da lei forse un metro”.

L’amica di Martina conferma i timori della vittima sull’appuntamento in programma quella tragica sera. Infatti, la donna aveva condiviso la posizione gps del suo cellulare prima di recarsi al ristorante. “Martina mi diceva che quando litigavano volavano parole pesanti ma nulla di più”. E quel precedente: “Ricordo che una volta raccontò di essersi un po’ spaventata in quanto durante una lite Costantino era diventato ‘un cane rabbioso'”.

La ricostruzione del gip

Secondo il gip di Roma, Simona Calegari, è “palesemente e inequivocabilmente emerso che l’unico obiettivo perseguito da Bonaiuti fosse esclusivamente quello di uccidere la Scialdone. Infatti, ciò si evince non solo dalle modalità di svolgimento dei fatti così come descritte dal fratello della vittima, testimone oculare, ma anche dalla circostanza che Bonaiuti, pur potendo, anche successivamente all’evento, rivolgere l’arma nei suoi stessi confronti, ha con estrema lucidità, una volta ucciso la donna, diretto la sua azione esclusivamente alla fuga”.

Adesso l’uomo è accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, dai motivi futili e abietti rappresentati dalla gelosia e dall’aver agito contro una persona a lui legata da relazione affettiva.

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