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Uomo muore di infarto in bagno, la moglie cade per cercare di aiutarlo e gli resta accanto tutta la notte

Giulio Rizzuti si è accasciato in bagno ed è morto a causa di un infarto. Sua moglie, Flavia, ha trascorso l’intera notte accanto al marito dopo aver tentato a lungo di sollevarlo. La donna, che soffre di Alzheimer da molti anni, è caduta stremata a terra, restando al freddo accanto al corpo senza vita dell’uomo. Quando ieri mattina, giovedì 5 gennaio, i soccorritori sono entrati nell’abitazione a Motta di Livenza, in provincia di Treviso, hanno trovato la coppia a terra, la donna era frastornata e bloccata sul pavimento.

Tragedia in via Carlo della Frattina, a Motta di Livenza, in provincia di Treviso: Giulio Rizzuti muore a causa di un infarto, la moglie Flavia, di 82 anni, cade a terra e rimane tutta la notte accanto al corpo senza vita del marito; la ricostruzione

Quando dopo vari tentativi la coppia non rispondeva al citofono e non usciva di casa, sono stati allertati i soccorsi che hanno ritrovato marito e moglie distesi sul pavimento del bagno. L’uomo era morto da ore e, secondo la ricostruzione, sarebbe stato colto da malore improvviso dopo essersi alzato durante la notte.

L’episodio sarebbe avvenuto intorno alle ore 2 di notte. La donna, preoccupata di non vedere il marito accanto a sé nel letto, lo ha raggiunto in bagno dove lo ha trovato a terra, privo di sensi. L’82enne, che soffre di Alzheimer da diversi anni, ha insistito a lungo perché si rialzasse ma, stremata, è crollata a terra sotto choc, restando accanto al corpo esanime dell’uomo per 9 ore. Flavia non era in grado di muoversi né di allertare i soccorsi. Il funerale della vittima sarà celebrato domani, sabato 7 gennaio, alle ore 9.30 nel Duomo di Motta di Livenza.

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Infarto: sintomi, cause, dopo un infarto quanto si può vivere, tipi di infarto, infarto silente, infarto fulminante, dopo un infarto cosa succede, test per capire se si ha un infarto

Secondo healthy.thewom.it, i sintomi caratteristici dell’infarto sono: pressione o dolore al torace, fiato corto, disagio nella parte superiore del corpo (arti, spalle, collo o schiena), nausea, vomito, stordimento e vertigini. Nelle donne è più probabile accusare mancanza di respiro, nausea e vomito e dolore alla schiena o mascella.

L’infarto è la morte o necrosi di un tessuto o di un organo che non ricevono un adeguato apporto di sangue e ossigeno dalla circolazione arteriosa a loro dedicata. Il malore è connesso al mancato approvvigionamento di sangue e ossigeno trasportato al cuore. Senza sangue, le cellule subiscono gravi danni che portano a dolore e sensazione di pressione. Quando una o più arterie che trasportano il sangue al cuore si ostruisce, si forma un coagulo di che, a seconda della grandezza, può ostruire il flusso. Qualora il flusso di sangue venisse ripristinato in tempo, i danni al cuore si potrebbero limitare o impedire.

Esistono tre tipi di infarto: tipo 1, blocco della perfusione a seguito della rottura di una placca coronarica; tipo 2, carenza di ossigeno a causa di un’altra condizione come uno spasmo coronarico, insufficienza respiratoria grave o ipertensione arteriosa; tipo 3, morte cardiaca improvvisa, con arresto cardiaco. Esistono altri due tipi di infarto, 4 e 5, legati a condizioni chirurgiche.

Vi sono fattori di rischio che aumentano la probabilità di andare incontro al malessere come il fumo e l’elevata pressione sanguigna. Altro aspetto importante è il controllo del livello di colesterolo nel sangue. Tra i fattori che potrebbero incidere vi è anche la mancata attività fisica, il diabete, l’alcol e lo stress.

Infarto silente

L’infarto silente è un infarto vero e proprio ma si differenza da quello fulminante per la sintomatologia. Nel primo caso i sintomi classici, come il dolore al petto e le difficoltà respiratorie, vengono sostituite con bruciore di stomaco, un malessere generale, fastidio al petto, più paragonabile ad una contrattura, e un fastidio diffuso tra mandibola, spalla e arti superiori. L’infarto silente tende a risolversi spontaneamente senza degenerare in particolari conseguenze immediate, motivazione per la quale il paziente smette di preoccuparsene sebbene il cuore ne sia uscito comunque danneggiato.

Il test, cosa accade dopo il malore

Il test per capire se si ha un infarto, al di là degli aspetti clinici evidenziati, prevede il dosaggio della troponina, ovvero una proteina che il muscolo rilascia e che nei soggetti vittime di infarto si manifesta con valori più alti del normale. Oltre a questo, è importante anche l’esito dell’elettrocardiogramma. Il personale medico richiede il dosaggio della troponina nel momento dell’ammissione in pronto soccorso e il test si ripete nelle sei ore seguenti.

I valori predittivi riscontrati in un soggetto con dolore toracico, infatti, tenderanno ad alzarsi entro le 4-6 ore successive. Tuttavia, questo metodo pecca nelle tempistiche. Diventa così fondamentale dosare il marcatore tumorale nel giro di pochi minuti. Secondo uno studio pubblicato su “The Lancet”, i ricercatori dimostrano che l’esame riconosce due persone su tre che si sono recate in ospedale e non hanno in atto un infarto né sono a rischio di averlo nei successivi trenta giorni.

“Se all’arrivo al pronto soccorso del paziente con dolore toracico questa troponina è negativa e con un valore molto basso, inferiore a cinque nanogrammi per litro – afferma il direttore dell’unità operativa di medicina d’urgenza e pronto soccorso all’ospedale Sant’Andrea di Roma – il paziente può essere mandato a casa, evitando il ricovero”.

Secondo www.cdc.gov, dopo un attacco di cuore si può subire un danno al muscolo cardiaco. La sopravvivenza all’infarto è possibile ma l’evento può determinare problematiche nel ritmo cardiaco e nella capacità di pompaggio del sangue nel resto del corpo. La durata della vita dopo un infarto dipende da molti fattori, tra questi la corretta alimentazione e uno stile di vita sano.

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