Sabrina è una giovane mamma di 23 anni e ha deciso di lasciare il figlioletto neonato nell’ospedale di Melegnano, in provincia di Milano. “Mi hanno dato dieci giorni di tempo per riconoscere mio figlio dopo il parto – ha detto la donna – ma come farebbe a sopravvivere al gelo con me?”. Passati i dieci giorni, il piccolo non è stato riconosciuto dai genitori.
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La storia di Sabrina e Michael che lasciano il figlio neonato all’ospedale di Melegnano, in provincia di Milano: i due giovani genitori di 23 e 29 anni vivono in strada dopo aver perso il lavoro
Come riporta “Il Giorno”, la giovane coppia vive in strada: “Abbiamo dormito con meno 19 gradi in Germania, al gelo”. Michael ha lavorato come pizzaiolo ad Amsterdam, a Chiasso e a Milano, poi ha perso il lavoro. La loro casa al momento è una tenda di fortuna realizzata nei pressi della stazione San Donato. “Riusciremo a resistere anche a Milano”, ha detto Sabrina. Ma non resisterebbe il figlioletto.
Giovane mamma partorisce e lascia il figlio neonato in ospedale: “Non è il primo né sarà l’ultimo caso”. Il procuratore capo del Tribunale per Minori di Milano, Ciro Cascone, ha riferito che “i genitori in queste condizioni disagiate non sarebbero stati in grado di tenere con sé il bambino dopo il parto e credo che la loro scelta sia stata in qualche maniera la più responsabile”. Questa storia suona come monito, e denuncia “la situazione di emarginazione dei giovani genitori”, ha aggiunto. “Non sarà purtroppo il primo né l’ultimo caso di ragazzi che si perdono, senza che nessuno faccia niente per accompagnarli verso un progetto di vita accettabile”.
Coppia lascia il figlio neonato in ospedale: la storia di Sabrina e Michael. Sabrina è nata a Cagliari e da lì è finita in Germania, poi in Olanda e infine in Svizzera e a Milano. Lo scorso 2 dicembre la donna è diventata madre ma dopo dieci giorni non ha riconosciuto il piccolo. “Come farebbe a sopravvivere con me al gelo?”, ha detto. La coppia vive sotto una tenda rafforzata, realizzata con un ombrello e delle coperte in una banchina esterna della stazione di San Donato Milanese. Sabrina si è resa conto “troppo tardi” di essere incinta e “non era possibile neppure abortire”. La scelta del dormitorio non è contemplata: “Ci separerebbero”. I due sono uniti dal grande amore: “Non potrei vivere senza di lei e lei da sola soffrirebbe di attacchi di panico e depressione”.
Lascia il figlio neonato in ospedale: i due sono anche senza documenti. La coppia è anche sprovvista di documenti: “Dovremo tornare a Cagliari per rifarli ma non ci possiamo permettere il viaggio andata e ritorno. In Sardegna non vogliamo peraltro tornare a vivere: è un binario morto, non c’è lavoro e nessuno ti dà una mano”. Dopo il parto, la giovane donna soffre di perdite anomale di sangue e il timore è che possa aver contratto un’infezione. Al momento Sabrina è sostenuta da alcune volontarie che le forniscono un kit di igiene e degli assorbenti.
