Libero l’uomo che obbligò l’amico a scavarsi la fossa, incitandolo a togliersi la vita dopo aver violentato la figlia di appena 8 anni. Il tribunale russo lo aveva condannato al carcere per l’omicidio dell’amico e collega. Ma ora, a sei mesi dalla condanna, il papà della piccola può uscire di prigione e tornare a prendersi cura della bimba.
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Violenta la figlia, il papà della vittima lo costringe a scavarsi la fossa e togliersi la vita: la ricostruzione, la condanna
La raccapricciante storia è accaduta lo scorso anno, quando il papà della vittima, Vyacheslav Matrosov, aveva scoperto terrificanti video sullo smartphone del collega Oleg Sviridov, un uomo di 32 anni. I due operai avevano passato la giornata insieme e, dopo aver alzato un po’ il gomito, il collega più giovane si era appisolato sul divano. Matrosov, il papà della piccola, aveva così iniziato a frugare sul telefonino dell’amico, scoprendo gli agghiaccianti filmati degli abusi nei confronti della figlia di 8 anni.
Violenta la figlia del suo amico, il papà della vittima scopre i filmati sul suo telefonino. Dopo aver chiesto spiegazioni, il 32enne ha tergiversato e poi è uscito dall’abitazione, sfuggendo all’amico. Vyacheslav ha così denunciato l’accaduto alla polizia locale che si era messa alla ricerca del fuggitivo. Tuttavia il papà della vittima era riuscito a rintracciare il collega ancora prima degli agenti e lo aveva portato in un bosco, costringendolo a scavarsi la fossa prima di uccidersi.
Sviridov, l’uomo che ha violentato la figlia dell’amico, è morto in seguito ad una coltellata. In un primo momento il tribunale russo aveva accusato e condannato il papà della piccola per l’omicidio del collega, poi è giunto che il 32enne si sarebbe ucciso durante la rissa nel bosco e che il collega lo aveva poi trascinato e seppellito. Oggi il papà potrà riabbracciare la figlioletta di 8 anni.