Site icon Chronist

Arrestato il rapper Niko Pandetta: si era reso irreperibile dopo la condanna per spaccio di droga

Dopo la condanna definitiva per spaccio di stupefacenti, il rapper Niko Pandetta si era reso irreperibile e, una volta rintracciato dagli agenti della Questura di Milano, è finito in manette con l’aggiunta anche dell’evasione all’imputazione.

Vedi anche: La droga, poi l’amnesia: “Ho paura…”. Il dramma della nuotatrice ai mondiali di Budapest

Niko Pandetta arrestato oggi: condanna, età, biografia, zio figlia, cachet

Il cantante è stato rintracciato a Quarto Oggiaro, noto quartiere milanese. Gli agenti della Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile del capoluogo lombardo hanno eseguito l’arresto nel quartiere di Milano dove il rapper si era nascosto in seguito alla condanna per spaccio di droga della quale ne aveva parlato anche attraverso i social. E proprio tramite un ultimo video apparso su TikTok, Niko ha salutato i fan con un “arrivederci” perché ha detto che non intende abbandonare il mondo della musica. La Corte di Cassazione ha respinto il ricordo dei legali del cantante, quindi la condanna a quattro anni di carcere è definitiva.

Niko Pandetta, nome d’arte di Vincenzo Pandetta, ha 31 anni ed è nato a Catania. Il trapper è cresciuto nel quartiere Cibali, nella città siciliana. In carriera si è visto annullare molti concerti a causa dei legami con la malavita da parte della sua famiglia. Nipote di uno dei boss più potenti della mafia catanese, Salvatore “Turi” Cappello, qualche anno fa aveva dichiarato a “Realiti”: “Mi sono fatto 9 anni e 8 mesi di carcere, da minorenne ho sbagliato: rapine, spaccio e furti. Sono diventato famoso durante gli arresti domiciliari – raccontò Niko Pandetta – Sono uscito e ho fatto una canzone, 2 milioni di visualizzazioni. Poi ne ho fatto un’altra e ne ho fatto 7. Poi mi ha chiamato un’etichetta discografica e ho fatto il cd”. Niko Pandetta ha una figlia, Sofia. Tre anni fa il cantante chiese 500 euro di cachet per esibirsi con 3 canzoni per un totale di poco più di dieci minuti.

Continua a leggere su Chronist.it

Exit mobile version