Momenti di terrore in un ospedale nel Napoletano: non visitano il figlio svenuto e il padre dà in escandescenze dopo aver appreso che il giovane avrebbe dovuto dirigersi all’ospedale pediatrico Santobono di Napoli, distruggendo la vetrata dell’accettazione. Si tratta di un altro episodio di violenza avvenuto in un pronto soccorso, stavolta in una clinica privata, a Napoli.
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Non visitano il figlio di 12 anni, il padre distrugge la vetrata del pronto soccorso: la dinamica, lo sfogo del personale medico
Tutto ha avuto inizio quando l’uomo si è presentato nella clinica privata Villa dei Fiori di Acerra, a Napoli, insieme al figlio svenuto e privo di sensi. Data la giovane età del ragazzo, il personale medico ha invitato il genitore a rivolgersi direttamente ai sanitari dell’ospedale pediatrico Santobono. Da quel momento la situazione ha preso una piega violenta con l’uomo che si è scaraventato contro la vetrata dell’accettazione del pronto soccorso, distruggendo la vetrata con violenti pugni.
Impaurito e scioccato, il personale sanitario ha immediatamente provveduto ad allertare le forze dell’ordine. Non visitano il figlio, il padre dà in escandescenze e distrugge la vetrata del pronto soccorso: la polizia sulle tracce dell’aggressore. Dopo essersi accorto che era stata allertata la polizia dal pronto soccorso, l’uomo è fuggito per evitare una denuncia. Tuttavia gli agenti della polizia di Acerra stanno acquisendo le immagini di videosorveglianza e stanno effettuando i rilievi per ricostruire la dinamica e risalire all’identità dell’aggressore.
“Non si tratta di omissione di soccorso”
Non visitano il figlio, il padre distrugge la vetrata del pronto soccorso: le parole del personale medico. La pagina “Nessuno tocchi Ippocrate” evidenzia che difficilmente il personale medico si sarebbe rifiutato di soccorrere il ragazzo, sebbene svenuto. Inoltre “tutti i Pronto soccorso territoriali quando arrivano pazienti di età inferiore ai 14 anni dirottano al Santobono al fine di iniziare un percorso diagnostico/terapeutico adeguato e con attrezzature dedicate”. E “uno svenimento è clinicamente diverso da perdita di coscienza”. Il presidente dell’Associazione di Promozione Sociale “Nessuno Tocchi Ippocrate“ avverte: “Non tolleriamo più di lavorare in trincea”.