Igor “il russo” vuole tornare in Italia, la stessa terra che terrorizzò nel 2017 con una sequenza di brutali omicidi mentre si dava alla fuga. Partì una lunga caccia all’uomo culminata con una sparatoria finale in Spagna, dove fu ammanettato e in cui è tuttora detenuto in seguito alla condanna di 25 anni.
Igor “il russo” vuole scontare la pena in Italia
Condannato all’ergastolo in Italia per gli omicidi di Davide Fabbri e Valerio Verri, e per il tentato omicidio dell’agente provinciale Marco Ravaglia, Igor chiede il trasferimento nel nostro Paese come annunciato dal suo avvocato italiano, Gianluca Belluomini. “Probabilmente a breve presenterà la richiesta di estradizione” ha detto il legale di Igor.
La vedova del barista Davide Fabbri, vittima della follia dell’omicida, non ci sta: “Che se lo tengano. Spero nella legge spagnola perché da noi rischia di uscire. In Italia la giustizia non esiste e fino a quando vivrà non avrò pace. Mi ha distrutto la vita togliendomi la cosa più preziosa, resta un mostro”.
Igor “il russo” oggi: dove si trova, storia, l’allenamento per mantenere il fisico, il vero nome Norbert Feher, documentario

Norbert Feher, il vero nome all’anagrafe di “Igor ‘il russo'”, proviene dalla Serbia ed è ritenuto responsabile di tre omicidi per i quali è stato condannato all’ergastolo in Italia e a 25 anni di reclusione in terra iberica. Al momento si trova in carcere proprio in Spagna, dove è stato fermato in seguito alla lunga fuga con la quale si trascinava dietro morti e forze dell’ordine impegnate alla sua cattura. La condanna, secondo quanto stabilito dal giudice, non sarà sospesa prima di aver scontato 30 anni dietro le sbarre.
Norbert è condannato all’ergastolo in Italia nel 2019 per i delitti di Davide Fabbri e Valerio Verri. Ai tempi ci fu grande attenzione mediatica sulla sua figura e si diffusero notizie di ogni tipo. Come quelle che fosse russo e addestrato dall’Armata Rossa dell’Unione Sovietica, quindi un ex soldato capace di adattarsi ad ogni situazione e condizione, addestrato ad essere un freddo e spietato killer. La descrizione era paragonata a quella di “Rambo” o di un ninja che si nutriva di piante e animali selvatici.
Igor “il russo” era indagato per violenza sessuale in Serbia, la vera terra di provenienza. Disse di aver prestato servizio nell’esercito russo, nella seconda guerra cecena. Tra i racconti di Feher anche una figlia uccisa per ritorsione e il periodo vissuto in Cina per imparare la lingua. Era in Italia dal 2006 e l’anno dopo fu arrestato per una sequela di rapine tra Ferrare e Rovigo. Proprio nel carcere di quest’ultima località si presentò come Igor Vaclavic. Scarcerato nel 2010, finì nuovamente in manette ad Arginone fino al 2015. Da quanto emergerebbe, in carcere si allenava ossessivamente (“Faceva 5mila addominali al giorno”) ed era appassionato di cartoni animati che guardava oltremodo.
L’arresto del 2017, il documentario
Il 17 maggio del 2017 Igor “il russo” annunciava l’arrivo in Spagna attraverso una cartolina inviata al comando centrale dei Carabinieri di Ferrara. L’uomo avrebbe attraversato otto Paesi usando 18 identità differenti per non farsi rintracciare. Dopo aver assaltato una fattoria in Aragona, in cui ferì due persone, uccise un pastore e due agenti della Guardia Civile. Il 15 dicembre fu arrestato a Mirambel dopo la lunga fuga mediatica. Fu preso alle 2.50 del mattino in seguito ad un incidente stradale in cui perse i sensi.
Norbert è stato condannato a febbraio del 2020 a Teruel a 25 anni di carcere. Nel 2018 è uscito il docu-film del ciclo “Il Racconto del Reale” chiamato “Igor il russo – Un killer in fuga”.
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