Lady Diana e la Regina Elisabetta II: un rapporto di amore e odio. Una, Lady D., timida e introversa. Sulle sue. L’altra, la Regina, una personalità forte e che tale doveva essere per la carica in possesso. La prima, attenta, premurosa, forse così tanto da risultare schiva, antipatica? La seconda troppo impegnata per vedere tante cose e accorgersi dei dettagli che tali non sono, ma quando sei la Regina del Regno Unito lo diventano.

Il mistero del rapporto tra Lady Diana e la Regina Elisabetta II

Vedi anche: Elisabetta II: la storia e la vita della Regina diventata un’icona

Il loro rapporto avrà sempre un alone di mistero attorno. Lady D rappresentava il simbolo della perfezione per la Regina, che ragionava sempre per il bene del Paese, consapevole di scegliere la futura Queen e che quindi non poteva trattarsi solo di un mero un affare personale. Ma Carlo amava Camilla Shand, già fidanzata con un ufficiale della Guardia Reale, Andrew Parker Bowles. Lo Zio di Carlo, Loius Mountbatten, ritenuto dall’attuale nuovo Re come una figura paterna, lo sconsigliò di perseguire il sentimento e di pensare a guardare altrove.

L’amore però non scoccò mai e, il fidanzamento, si rivelò precipitoso. I due si erano solo incontrati per questioni familiari o attraverso inviti a teatro. Dopo le nozze Diana dovette cambiare drasticamente la sua vita e sottostare a tutti i doveri che ne imponevano la posizione coperta. Carlo però amava Camilla e con lei tradiva la fiducia di Diana. Quest’ultima non era creduta e la Regina era troppo presa per pensare che al cuore non si comanda.

L’immagine pubblica di Carlo diametralmente opposta a quella di Lady D.

L’immagine di Carlo come futuro Re andò via via deteriorandosi al contrario della figura di Lady D., che rivelò, attraverso una biografia non autorizzata, scritta però sotto dettatura da Andrew Morton, l’infedeltà dell’allora marito. La separazione tra i due avvenne in maniera ufficiale il 9 dicembre del 1992. Carlo realizzò un documentario per ripulire la sua immagine ammettendo i tradimenti. “Conoscendo il suo carattere, penso che la massima carica, come la chiamo io, gli porterebbe enormi limitazioni e non so se saprebbe adattarsi” tuonò Lady D. La Regina non lo poteva accettare, non più. La ritenne al pari di una pugnalata. Diana divenne “una regina di cuori“, come disse lei stessa.

Il momento da molti ritenuto “più basso“, fu quando, alla morte di Lady D. a Buckingham Palace niente sembrava cambiato sebbene la folla triste e silenziosa che si avvicinava portando con sé pelouche, fiori e pensierini vari. Elisabetta II taceva però e ci fu grande polemica sul fatto che la bandiera su Buckingham Palace non fosse a mezz’asta. Elisabetta però era in Scozia, proprio dove è morta oggi nella residenza Balmoral, insieme a Carlo e ai suoi figli. Fu Tony Blair a insistere affinché la Regina si mostrasse esponendo il suo pensiero.

E fu un momento magico. Descrisse Lady D. come un “essere umano straordinario“. D’altronde lei l’aveva sempre voluta. Sapeva di poterla plasmare perfettamente per la carica che avrebbe coperto. “Nei momenti felici come in quelli di sconforto non perdeva mai la capacità di sorridere o di ispirare gli altri con il suo calore e la sua bonà“, aggiunse la regina. Con quel discorso Lady D. passava da regina dei cuori a regina del popolo.

Continua a leggere su Chronist.it