La rimandano a casa per ben tre volte, per lei come cura del paracetamolo. Ma la donna continua a star male. La cinquantaquattrenne, professoressa, Alessandra Taddei, aveva un tumore e non ce l’ha fatta. A raccontare la storia il marito. Una diagnosi arrivata in ritardo, dopo essersi sottoposta a diversi controlli presso l’ospedale di Verbania. Ma quel mal di testa è stato sempre trattato con del paracetamolo. Una storia iniziata lo scorso settembre quando la docente di Verbania, ormai messa a dura prova da quei forti mal di testa, ha pensato bene di far ricorso alle cure del Pronto soccorso. A quell’episodio ne seguirono altri due e, quando la coppia chiese di poter eseguire esami specifici, l’appuntamento venne dato quando ormai i coniugi avevano già prenotato una risonanza magnetica consigliata da un neurologo.

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Disperato il marito

Il marito della donna si è rivolto, disperato, anche ai carabinieri che lo hanno ascoltato. Poi però la decisione di portare la moglie a Milano, su consiglio di un parente. Le condizioni della professoressa erano davvero critiche. “L’abbiamo portata al San Raffaele di Milano – spiega il marito – è entrata in codice arancione, alle 13. Le hanno fatto esami e Tac, alle 18 il medico mi ha spiegato che avevano trovato una massa voluminosa che premeva contro il cervello. Era il tumore”.

Alessandra Taddei

Un anno di battaglia

Nei giorni successivi la cinquattaquattrenne è stata sottoposta a un’operazione alla quale hanno fatto seguito le radioterapie, purtroppo però il tumore è tornato. Alessandra Taddei ha combattuto un anno con il supporto della sua famiglia. Ma lo scorso 20 agosto ha perso la battaglia. Profondo il dolore del marito che ha deciso di raccontare questa storia: “Mi chiedo perché nessuno, vedendo che era un caso sospetto, non abbia mandato mia moglie a Domodossola o Novara dove c’è la neurologia, so che mia moglie non si sarebbe salvata ma almeno non avrebbe sofferto quei giorni in più finché siamo dovuti andare in Lombardia”.